La partecipazione e la costanza della manifestazione ad Atene in piazza Syntagma di ieri, raccontata da Argiris Panadopoulos, giornalista e corrispondente per Il Manifesto. Dentro il palazzo approvata per due voti la Troika.

La democrazia greca è stata messa a dura prova ieri sera, durante gli scontri in Piazza Syntagma e dentro il palazzo del Parlamento, dove i trecento deputati in camera unica hanno approvato il memorandum sui nuovi 13,5 miliardi di tagli.

Questa cifra va ad aggiungersi ai 76 miliardi di taglie, cifra totale imposta dalle misure di austerity pari al 40% del PIL del Paese.

Durante l’approvazione della manovra, oltre i muri del palazzo, più di trecento mila manifestanti si sono ritrovati in Piazza Syntagma per protestare contro la Troika. Una protesta che ha coinvolto tantissime realtà differenti, dai sindacati ai partiti, dai movimenti ai singoli cittadini. Una mobilitazione di massa compatta e decisa, nonostante la pioggia, i gas lacrimogeni e gli idranti che sparavano liquidi chimici (utilizzati per la prima volta nella storia del Paese). Il tutto era partito due giorni fa, dopo che era stato indetto uno sciopero generale di 48 ore che non ha coinvolto i trasporti, per rendere possibili gli spostamenti per partecipare al corteo.

Anche in Parlamento la situazione non era tranquilla. Ma circa alle ventitré e trenta i deputati hanno approvato per soli due voti il memorandum.

Le proteste non si fermeranno: il popolo greco attende con entusiamo il 14 novembre, giorno dello sciopero europeo, che non coinvolgerà soltanto le mobilitazioni elleniche, ma anche Spagna, Portogallo e Italia. Un momento psicologicamente importante, che ricorda alla Grecia di non essere rimasta da sola. Intanto oggi si fermeranno i lavoratori dei mezzi di trasporto, che non hanno scioperato nei giorni scorsi.