Contro turni massacranti, innalzamento dell’età pensionabile, tagli ai treni regionali e poca sicurezza, Usb proclama per il 14 marzo uno sciopero nazionale del personale ferroviario. In Emilia-Romagna preoccupazioni per il “salto nel buio” della nuova gara.

Venerdì prossimo, 14 marzo, i lavoratori del servizio ferroviario incroceranno le braccia per lo sciopero proclamato dall’Unione Sindacale di Base.
All’origine della protesta diversi problemi. Innanzitutto le condizioni di lavoro dei ferrovieri, che Usb definisce “disumane”.
Il nuovo contratto, infatti, prevede 38 ore di lavoro settimanali, con turni aciclici da 10 ore consecutive. “Siamo ubriachi di sonno” osserva Nicola De Pasquale, sindacalista Usb.

I lavoratori protesteranno contro i “10 anni di vita rubati” dalla riforma Fornero sulle pensioni, che esclude la categoria dall’accesso ai benefici per i lavori usuranti, che fissava il limite per andare in pensione a 58 anni. Ora i ferrovieri ne dovranno lavorare 10 in più.
Lo stesso 14 marzo, a Roma, si svolgerà anche una manifestazione, sempre indetta da Usb, contro la spending review. “Questione in cui rientriamo in pieno – spiega De Natale – Basta vedere quante cancellazioni di treni e ritardi ci sono ogni giorno”.

La protesta, in Emilia Romagna, si arricchisce anche delle incognite per la gara di assegnazione del servizio ferroviario regionale, che avverrà a giugno. Il timore del sindacato di base è che 1500 lavoratori affrontino un vero e proprio “salto nel buio”, dal momento che la clausola sociale firmata dai sindacati confederali, garantisce il mantenimento delle attuali condizioni lavorative “solo fino al subentro della nuova azienda”.