Il presidente Obama ha tenuto ieri il suo discorso sullo stato dell’Unione. Tra aumento del salario minimo e questioni di genere, è stato “un discorso molto meno ambizioso che in passato” dice la giornalista Valentina Pasquali.

Aumentare il salario orario minimo oltre i 10 dollari, dagli attuali 7,25. E’ stata questa la proposta, che sarà messa in atto per decreto, più eclatante del discorso sullo stato dell’Unione tenuto dal presidente Barack Obama, che ieri ha voluto chiarire che il 2014 sarà l’anno della svolta.. Non si tratta, però,  di un aumento generalizzato e non entrarà in vigore che dal prossimo anno.

Quella sul salario minimo “è una legge che avrà un impatto esclusivo sui contratti nuovi o su quelli da rinnovare e riguarderà solo i lavoratori che dipendono da aziende che gestiscono contratti del governo federale. Al massimo toccherà 200mila lavoratori.” spiega ai nostri microfoni Valentina Pasquali, giornalista di Pagina99.

“Obama -continua- ha chiesto al Congresso di estendere il provvedimento a tutti i lavoratori americani, ma il Congresso non sembra disposto a concederlo.”

Anche sulle questioni di genere (negli Usa le donne percepiscono il 23% in meno degli uomini in busta paga), Pasquali è perentoria. “Le proposte non sono particolarmente specifiche, -dice- è nuovamente un punto che illustra il fatto che Obama si sia affidato molto all’oratoria e alla retorica, in mancanza di proposte specifiche.”

Nel discorso ha assunto un peso importante il nucleare iraniano. “E’ importante il fatto che il presidente abbia promesso di mettere il veto se il Congresso dovesse procedere sulle sanzioni all’Iran, perchè si teme che nuove sanzioni potrebbero minare l’accordo raggiunto in giugno” considera la giornalista.

In definitiva, “Obama ha voluto apparire combattivo per dimostrare che ha ancora influenza sul processo legislativo, però la lista delle proposte fatte è relativamente poco ambiziosa  e dimostra che i limiti della presidenza sono ora particolarmente evidenti, e rischiano di diventare ancora più evidenti se i Democratici perdessero la maggioranza in Senato alle elezioni di novembre” dice Valentina Pasquali.

“E’ un presidente in una posizione particolarmente difficile -conclude la giornalista di Pagina99- non si capisce come possa migliorare entro fine mandato, nel 2016.”