In fase di approvazione il piano per la riqualificazione urbana di Bologna che prevede 27 progetti, tra cui 485 nuovi alloggi, ma anche un generale miglioramento delle infrastrutture ed un aumento delle aree verdi in città. L’operazione costerà al Comune 9 milioni, ma punta a ripristinare suolo e risorse attraverso il recupero delle strutture dismesse di Bologna.

Bologna, tra cantieri e modifiche al piano urbanistico, cambia volto, ma a poco a poco. L’obiettivo del Comune della vecchia signora, vista anche la scarsa disponibilità di risorse finanziarie, è infatti migliorare il costruito, piuttosto che infierire ulteriormente sul territorio con nuove cantierizzazioni. È questo lo scopo con cui sta per essere approvato il programma per la qualificazione urbana di Bologna, presentato oggi alla cittadinanza. “Si tratta di un’operazione, iniziata già tre anni fa, nata per favorire la riqualificazione delle varie dismesse presenti in tutta Bologna – spiega Patrizia Gabellini, assessora all’urbanistica -. Abbiamo in programma 27 progetti per rigenerare la città già esistente”. Tra nuovi alloggi da costruire, alberi da impiantare, locali commerciali da sistemare e infrastrutture da migliorare.

Con questo piano urbano, detto Poc, che l’amministrazione si è inventata, visto che la legge regionale non prevede strumenti in tal senso per effettuare interventi intermedi, si punta ad ottenere soprattutto dei benefici ambientali. “Tra gli obiettivi di questo intervento, costato 9 milioni di euro, – continua l’assessora – vi è il recupero e la riqualificazione urbanistica, finalizzata ad un minor consumo di suolo, alla riduzione dell’impermeabilizzazione, al risparmio energetico e alla sicurezza degli edifici esistenti, favorendo così la formazione di un ambiente urbano ad elevate prestazioni”. Oltre a favorire anche un migloramento dell’edilizia sociale.

In programma tra i vari progetti da effettuare in diverse aree della città c’è infatti la creazione di circa 485 alloggi in cui andrà a vivere circa un nuovo migliaio di abitanti. “Si cercherà in ogni zona di rispondere ai bisogni registrati: ad esempio alla Coop di via Massarenti verrà realizzato un progetto che farà fronte sia ai bisogni commerciali del supermercato che alle necessità assistenziali dell’ospedale S.Orsola, a pochi metri dall’edificio in questione” conclude Gabellini che ha sottolineato come Bologna, e la zona circostante, abbia tra i più alti tassi di fertilità in Italia. “Bisogna dunque pensarci due volte – aggiunge l’assessora – prima di sottrarre altro suolo all’agricoltura, ma occorre invece rigenerare gli edifici già esistenti finché si può”.

Francesca Candioli