Dopo lo sgombero in via Emilia Levante, questa mattina la polizia è intervenuta per liberare i locali dell’ex Mercatone, occupati dal collettivo Hobo. Non si tratta di un’occupazione abitativa come quella delle ultime settimane ma di un presidio diurno per contestare l’Expo e creare uno spazio di aggregazione sociale.

Un nuovo sgombero a Bologna: questa mattina la Digos è intervenuta per liberare gli ex Magazzini del popolo di via Stalingrado, occupati dal collettivo universitario Hobo lo scorso 20 aprile. Dentro però non c’era nessuno quando le forze dell’ordine sono entrate alle otto meno un quarto. Gli attivisti erano entrati nello stabile abbandonato, di proprietà dell’Unipol, per contestare l’Expo e in queste settimane hanno organizzato nello spazio le loro attività. Non si tratta di un’occupazione abitativa come quelle delle ultime settimane.

Il collettivo, negli ultimi tempi, con la campagna Space Invader hanno denunciato il degrado di alcuni stabili abbandonati in una città come Bologna dove l’emergenza abitativa è altissima. Ai nostri microfoni Veronica, attivista di Hobo, racconta di aver appreso la notizia dello sgombero dai giornali. “Questa mattina non c’era nessuno perchè quello è uno spazio vissuto di giorno, uno spazio sociale”. Lo stabile del ex-Mercatone era uno spazio di aggregazione dove confluiva parte del quartiere, soprattutto i giovani. “Adesso lanceremo un presidio per denunciare che questo sistema di potere non risparmia nessuno” conclude Veronica.
La verifica del magazino è ancora in corso ma le forze dell’ordine ha deciso la chiusura dei locali dell’ex Mercatone per evitare nuovi presidi.

Nei giorni scorsi cinque attivisti del collettivo sono stati colpiti da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari: tra loro anche un ragazzo che era stato allontanato da Bologna con un altro studente universitario. A entrambi è stato imposto il divieto di dimora. In risposta a questi provvedimenti della Procura di Bologna, Hobo ha lanciato la campagna #LibertàDiDimora, alla quale hanno aderito Zerocalcare – autore del logo della campagna -, alcuni professori dell’Alma Mater, Erri De Luca e il collettivo di scrittori WuMing.

Non si tratta del primo sgombero in città. Ieri la polizia ne ha compiuto un altro, in via Emilia Levante. Il residence dell’ex Dima, vuoto da tre anni, era stato occupato la scorsa settimana da 150 persone.

Daniela Larocca