Il 26 Aprile Fiom, Fim e Uilm dell’Emilia-Romagna hanno indetto un’ora di sciopero regionale per sensibilizzare lavoratrici e lavoratori al tema della sicurezza sul luogo di lavoro. Le direttive da perseguire per promuovere la prevenzione degli infortuni e delle morti bianche sono la ricerca, il controllo e la formazione.

Quest’anno, le celebrazioni del 1° maggio saranno dedicate al tema della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro. Appena due giorni prima, il 28 aprile, la Giornata Mondiale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) per una riflessione sulla stessa questione. E data la cogenza del problema, i sindacati metalmeccanici dell’Emilia-Romagna, ovvero la Fiom-Cgil, la Fim-Cisl e la Uilm, hanno proclamato per il 26 aprile un’ora di sciopero regionale per informare, sensibilizzare e promuovere la prevenzione delle morti e degli infortuni sul luogo del lavoro.

Dall’inizio del 2018 e fino il 1° di aprile, sono stati 150 coloro che hanno perso la vita o svolgendo le proprie mansioni lavorative, oppure mentre si recavano sul luogo di lavoro, di cui 10 in Emilia-Romagna.
I dati Inail parlano di un tendenza decrescente dal 2012 al 2015 in riferimento alle morti bianche con un sensibile aumento nel 2016 e 2017, sebbene i coordinatori regionali delle sigle sindacali dei metalmeccanici sottolineano come non sia un caso che tale decremento sia avvenuto proprio negli anni più critici della crisi.

Allo stesso modo, bisogna saper interpretare l’altro dato interessante delle denunce di mancato infortunio, anche queste in numero decrescente dal 2012 al 2016, soprattutto nel settore dell’artigianato. Sicuramente, secondo gli stessi sindacati, nell’ultimo decennio si sono fatti notevoli progressi nel tutelare la salute di operaie ed operai durante le ore lavorative, ma è pur vero che la precarietà del lavoro ha come effetto collaterale il timore di segnalare eventuali infortuni.

Le soluzioni proposte dai sindacati sembrano far capo a tre concetti chiave della prevenzione: ricerca, controllo e formazione.
Bisogna innanzitutto studiare e capire le dinamiche dei casi di mancato infortunio, affinché simili situazioni siano evitate in virtù di misure per garantire la sicurezza di lavoratrici e lavoratori e non per una fortunata fatalità. È necessario poi che ci sia una maggiore sinergia tra l’Asl e l’Ispettorato del Lavoro, per non permettere a chi elude le norme di sicurezza di perseverare in questa pratica. Ed in questo gioca un ruolo centrale anche la rappresentanza sindacale nelle aziende: laddove manca il sindacato si registrano più casi di infortuni o morti sul lavoro.

Infine, è fondamentale formare i giovani lavoratori a partire dalle scuole, un punto particolarmente caro al coordinatore regionale di Uilm Daniele Valentini. “Bisogna partire dai giovani per cercare di trasmettere l’importanza di lavorare in sicurezza – commenta Valentini – Noi dobbiamo riuscire a far comprendere che è importante lavorare in sicurezza e le aziende devono capire che devono investire risorse per far in modo che i loro collaboratori rimangano tali e non diventino dei ricordi. Non sono i lavoratori più anziani che si infortunano, sono sempre i più giovani: manca la formazione adeguata per permettergli di conoscere l’attività lavorativa che svolgono”.

Marta Campa

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