Programmare i grandi eventi, agevolare le autorizzazioni e far sapere agli organizzatori cosa possono fare e dove. Il Comune presenta il disciplinare per la gestione di eventi in piazze e parchi importanti.

Gestione Eventi a Bologna : cosa cambierà

Un grande concerto con un palco stile Woodstock in piazza Santo Stefano? Non si può fare. Una manifestazione gastronomica con gazebo in piazza Minghetti? Si può fare.
Sono solo alcuni esempi dei dubbi che possono essere chiariti dal disciplinare per la gestione degli eventi nelle piazze e nei parchi importanti di Bologna, presentato questa mattina dagli assessori comunali Matteo Lepore e Patrizia Gabellini.
Il documento vuole essere un vero e proprio manuale rivolto agli organizzatori di eventi per agevolarli nella trafila burocratica e consentire all’Amministrazione di programmare in modo ordinato e promuovere le manifestazioni commerciali, sportive e culturali che si svolgono in città.

Il lavoro, nato dalla sinergia con la Sovrintendenza, si incrocia con il regolamento sui dehor e sul rumore, approvati dalla giunta nei mesi scorsi.
“Ci preme anche promuovere gli spazi poco richiesti, come piazza Minghetti, piazza dei Celestini o piazza San Francesco – ammette Gabellini – dal momento che oggi la maggior parte delle richieste riguardano piazza Maggiore”.
Il disciplinare riguarda 18 luoghi, 5 parchi e 13 piazze, sui quali sono presenti elementi monumentali che occorre tutelare. Ed è per questo, ad esempio, che in piazza Santo Stefano non è possibile allestire un palco alto e coperto, che oscuri la Chiesa o che in piazza Nettuno gli oggetti debbano distare almeno di cinque metri dalla fontana.

All’interno della mappatura elaborata, ogni luogo è suddiviso in zone, contraddistinte da diverse colorazioni.
Nelle zone rosa, ad esempio, non può essere collocato alcun oggetto; in quelle arancioni possono essere allestiti solo dehor, banchetti e transenne; in quella gialla gazebo e palchi di piccole dimensioni e in quella verde palchi grandi e coperti, veicoli e altre strutture significative.
“In questo modo – spiega Lepore – chi presenta una richiesta di autorizzazione sa già se e dove può svolgere la propria manifestazione e, in virtù di questo, sa anche su quali strutture fare i propri investimenti”.

Dal disciplinare, in ogni caso, sono escluse manifestazioni religiose, istituzionali, sindali e politiche.
L’obiettivo a medio termine, inoltre, è quello di arrivare ad evitare lunghi percorsi burocratici per eventi che si svolgono ogni anno sempre nello stesso modo. Il Comune ha in mente una sorta di autorizzazione veloce, che bypassi il parere della Sovrintendenza, con la quale sta dialogando proprio su questo tema.