A poche settimane dalla scadenza della convenzione, stampa, amministratori locali e i soliti comitati hanno iniziato un attacco al centro sociale Xm24, arrivando ad accusarlo di colpe inesistenti. Una panoramica delle bufale che nascondono l’ostilità verso una realtà scomoda.

A fine anno scadrà la convenzione tra l’Amministrazione comunale e il centro sociale Xm24 di via Fioravanti in Bolognina, ma già da alcuni giorni è cominciata una campagna denigratoria nei confronti della realtà. A portarla avanti sono stati sia alcuni giornali cittadini che esponenti politici ed amministratori, non solo della destra, che da sempre odia il centro sociale.
Se ormai tre anni fa lo spazio fu “salvato” dalla scusa di costruire una rotonda grazie ad un’opera muraria dello street artist Blu, che la cancellò il 12 marzo scorso in protesta contro la mostra di Genus Bononiae, oggi l’attacco ad Xm24 potrebbe ripresentarsi, anche se – come allora – le ragioni avanzate dai detrattori dello spazio non trovano riscontri.

Tra chi ha puntato sul versante finanziario, inventandosi un presunto debito che il centro sociale avrebbe nei confronti del Comune a causa di utenze non pagate, ad accuse di non svolgere alcuna attività riconoscibile dal punto di vista sociale, fino a chi sostiene un’incompatibilità con il contesto urbano del quartiere o difficoltà di integrazione nello stesso.
Andiamo a vedere, punto per punto, perché gli attacchi ad Xm24 sono pretestuosi.

IL DEBITO DI 4MILA EURO. “Bologna, trattativa col centro sociale che non paga le bollette” titolava l’8 novembre il Resto del Carlino in un articolo nel quale si diceva che il centro sociale “ha un arretrato di circa 4mila euro per le utenze, che sono stati richiesti formalmente e che vengono pagati in base a quote stabilite dal competente ufficio del Comune”.
Peccato che a smontare la bufala sia stata l’assessora alla Cultura Bruna Gambarelli: “non è vero che Xm24 sia in arretrato di 4.000 euro. Tutte le utenze sono intestate a loro, tranne quella dell’acqua, per cui c’è un accordo di forfettizzazione con il Comune”.
Forfettizzazione che ha visto in fallo l’Amministrazione. “È stata fatta in ritardo – spiega Gambarelli  tanto che gli stessi uffici comunali hanno optato per dividere i 4.000 euro in quattro rate da 1.000 euro ciascuna, di cui le prime due sono state pagate regolarmente, mentre le altre non sono ancora scadute”.

LE ATTIVITÀ SOCIALI. Mauro Scandellari, presidente del comitato Vivere Mercato Navile, qualche giorno fa ha scritto una lettera all’assessora alla Cultura in cui sosteneva, tra le altre cose, che Xm24 “non svolge nessuna attività riconoscibile dal punto di vista sociale”.
Evidentemente Scandellari non ha mai varcato la soglia di via Fioravanti 24, perché altrimenti si sarebbe accorto delle decine di attività che vi si svolgono. Dalla Sim, Scuola di Italiano con Migranti, alla palestra popolare “Teofilo Stevenson”, dal mercato dei produttori biologici di Campi Aperti ogni giovedì alla CiclOfficina AmpioRaggio, dallo sportello medico-giuridico Mederì al collettivo tecnologico HacklabBo. E tanti altri ancora, per un totale di 18 realtà.
Da Xm24, inoltre, sono partite alcune denunce che sono giunte fino in Parlamento, come il caso del bimbo migrante respinto da scuola, che ha costretto l’Ufficio Scolastico Provinciale a dare vita ad un protocollo per l’accoglienza scolastica dei bambini neo-ricongiunti.

IL CONTESTO E L’INTEGRAZIONE NEL QUARTIERE. “Il problema dell’Xm24 è che, in Bolognina, è venuta a mancare la compatibilità con il contesto urbano in cui si trova”, affermava ieri in commissione il capogruppo Pd Claudio Mazzanti, lanciando l’idea di uno spostamento del centro sociale. Dichiarazioni che fanno eco a quelle del presidente del Quartiere, Daniele Ara, che un mese fa osservava una presunta incapacità del centro sociale di relazionarsi con il contesto.
Eppure proprio il centro sociale è stato promotore di diverse feste di strada, iniziative multiculturali ed eventi che hanno mescolato la complessa composizione sociale della Bolognina.
Semmai il “limite” di Xm24 è quello di non rispondere agli standard della riqualificazione e vetrinizzazione che l’Amministrazione comunale vorrebbe proporre in Bolognina, dove la composizione sociale fortemente popolare impedisce alla speculazione finanziaria di far salire, ad esempio, il prezzo degli immobili.
Se il contesto è quello morente della famosa “Trilogia del Navile”, il complesso residenziale abbandonato dalle imprese costruttrici che da anni agonizza oltre i campi dietro al centro sociale, allora la vitalità ed energia non conforme che attraversa il centro sociale è decisamente fuori contesto.