È di circa 300 arresti e un morto il bilancio del blitz contro filocurdi e militanti dello Stato Islamico. Il premier Davutoglu ha annunciato che “la Turchia prenderà tutte le miruse necessarie per garantire la sicurezza nazionale”. Intanto, il Pkk ha proclamato la fine del cessate il fuoco con Ankara, e da agosto la base militare di Incirlik sarà a disposizione degli Stati Uniti.

297 persone arrestate e una militante filocurda morta durante l’irruzione delle forze antiterrorirmo nel suo appartamento. Così si è svegliata Istanbul questa mattina. A finire in carcere sono stati simpatizzanti e militanti filocurdi e presunti affiliati allo Stato islamico e ad altri gruppi integralisti.
“Attraverso questa operazione – rivela ai nostri microfoni Yilmaz Orkan, del Congresso Nazionale Curdo – L’Akp di Erdogan vuole dimostrare a tutto il mondo che il problema in Turchia non è rappresentato solo dai miliziani dell’Is, ma anche dai curdi. In occasione dell’attentato di Suruç, la Turchia sapeva chi erano i miliziani dell’Is, che erano stati a combattere in Siria ed Iraq e che non erano tornati in Turchia, eppure non ha fatto nulla per fermarli.

“Garantire la sicurezza nazionale”, è la parola d’ordine del premier Ahmet Davutoglu. Anche per questo, nella notte gli F16 turchi hanno bombaradto il territorio del nord della Siria. Sarebbero stati colpiti, secondo fnti del governo di Ankara, almeno tre postazioni dello Stato Islamico, ma i l’aviazione turca non avrebbe invaso lo spazio aereo siriano.

Da Ankara arriva anche l’annuncio che da agosto la base aereadi Incirlik verrà messa a disposzione degli Stati Uniti per bombardare le postazioni dello Stato Islamico dall’altro lato del confine. in ballo anche l’ipotesi di una no-fly zone nel nord della Siria, che impedirebbe le operazioni dell’aviazione di Damasco. Che però,  in quel territorio, è impegnata a contrastare i militanti del califfato.

Il giro di vite arriva, almeno ufficialmente, dopo l’attentato che a Suruç ha provocato la morte di 32 giovani. Attentato rivendicato dall’Is e che nulla ha a che fare con le rivendicazioni curde. Da Erdogan, intanto, arriva la rassicurazioni che le azioni contro islamisti e filocurdi continueranno. “In realtà il governo turco – continua Orkan – Ha sempre appoggiato l’Is in chiave anti-curda. Dopo l’attentato di Suruç, formalmente la Turchia doveva dimostrare di voler fare operazioni contro lo Stato Islamico, ma in realtà l’obiettivo è un altro, col pretesto della lotta generale al terrorismo”.