Lo chef italo-americano Bruno Serato incontra ragazze e ragazzi delle scuole bolognesi e partecipa al “The Power of Pasta Party”, domani a Ferrara. L’Istituto “Archimede” di San Giovanni in Persiceto e altre scuole del bolognese hanno raccolto donazioni e alimenti per le persone indigenti, sulla scia del progetto con cui Serato, ogni giorno, sfama con un piatto di pasta i bambini poveri di Anaheim, in California.

Oggi un tour bolognese in alcune aziende alimentari famose nel mondo, come la Carpigiani, e domani la partecipazione al “The Power of Pasta Party“, una festa a Ferrara che conclude la campagna pensata per sottolineare come il tipico prodotto italiano possa contribuire a nutrire le persone in difficoltà, specialmente i bambini.
Sono questi gli appuntamenti italiani dello chef italo-americano Bruno Serato, che da tempo ha stretto una partnership con alcune scuole bolognesi, in particolare con l’Isis “Archimede” di San Giovanni in Persiceto.

Prima di volare a New York, dove il 15 giugno parteciperà a “The Forum”, presso la sede delle Nazioni Unite, e dove parlerà del proprio impegno e della propria missione all’interno del World Economic Forum, Serato incontrerà ragazze e ragazzi delle scuole bolognesi che in questi mesi hanno raccolto donazioni e alimenti, devoluti alle associazioni del territorio che si occupano di sfamare gli indigenti.
La campagna è nata proprio sulla scia dell’esperienza dello chef italo-americano, che ormai undici anni fa ha cominciato a sfamare i bambini poveri della sua città, Anahaim, poco distante da Los Angeles, con un piatto di pasta al pomodoro, tipico prodotto italiano.

“Tutto è cominciato nel 2005, quando venimmo a sapere di un bimbo di 7 anni che viveva in un motel e mangiava solo patatine – racconta Serato ai nostri microfoni – Mia mamma era venuta a trovarmi in California e mi diede l’idea: perché non fai un piatto di pastasciutta a quel bambino? Da lì siamo arrivati a sfamare 2000 bambini al giorno, raggiungendo un milione di pasti”.

In particolare, lo chef sottolinea come non abbia senso impegnarsi per risolvere i problemi del Terzo Mondo se prima non si è presa coscienza di quello che accade lungo le strade delle nostre città: il rischio è quello di riempirsi la bocca di parole senza mai giungere ai fatti, oppure ci si riduce ad impiegare moltissime energie senza però poi poter apprezzare i rispettivi risultati. Anche il locale – sottolinea Serato – è un’emergenza alla quale è importante sopperire e dalla quale nessuno si dovrebbe tirare in dietro perché basta poco per passare dalle parole ai fatti.