È approdata oggi alla camera la proposta di riforma elettorale sul modello tedesco, frutto dell’accordo politico tra Pd, M5S, Fi e Lega. Accordo di cui, secondo Renzi, anche Sinistra Italiana fa parte. Ma il deputato SI Giovanni paglia smentisce l’ex-premier: “andiamo verso il voto negativo”

Legge Elettorale: il sistema delle larghe intese non è a rischio

Un sistema misto che comprende una quota proporzionale ed una maggioritaria, con listini bloccati che possono andare da 2 a 6 candidati, e soglia di sbarramento al 5%. La proposta di riforma del sistema elettorale è arrivata oggi alla Camera, che dovrebbe approvarla entro la fine della settimana. Soddisfatto Renzi, che ha dichiarato: “Dopo il fallimento del referendum, ahimè, l’unica legge che può passare è una legge che veda il consenso dei principali partiti: Pd, M5s, FI e Lega insieme a SI hanno condiviso le regole. Dovremmo essere tutti fieri per questo risultato nel metodo. Finalmente le regole scritte insieme!”

Il deputato di Sinistra Italiana, Giovanni Paglia, smentisce: “Non è vero – ha infatti dichiarato Paglia ai nostri microfoni – abbiamo una discussione in corso che ci porterà poi a decidere come votare, ma direi che l’intendimento è più negativo che positivo. Abbiamo apprezzato che si sia andati verso una legge elettorale di tipo proporzionale, e avevamo sempre detto che in caso di convergenza sul sistema tedesco lo avremmo votato senza difficoltà. Ma questo sistema rispetto a quello tedesco presenta delle differenze profonde che noi valutiamo negativamente”.

Per capire la principale differenza tra il sistema elettorale tedesco e il “tedeschellum” all’italiana, serve fare un passo indietro. La riforma elletorale, così come è uscita dalla commissione Affari costituzionali, prevede che ad ogni elettore venga consegnata un’unica scheda elettorale, in cui ad ogni simbolo di partito saranno associati il candidato di quel collegio e il listino bloccato di quella circoscrizione elettorale. Così come in Germania, una parte dei deputati verrà eletta con sistema maggioritario (sono i candidati ai collegi uninominali), mentre una parte, più consistente, concorrerà con sistema proporzionale (sono i candidati indicati nel listino). Tuttavia, differentemente da quanto accade in Germania, gli elettori italiani potranno esprimere un unico voto, non essendo prevista la possibilità di voto disgiunto. In pratica, il sistema tedesco unisce due differenti principi rappresentativi: quello più personalistico e decentrato, espresso mediante il maggioritario, e quello partitico, legato alla condivisione del programma politico di un partito nazionale, incarnato dai listini presentati nelle circoscrizioni. Tramite il voto disgiunto è data la possibilità agli elettori di indicare il candidato di un partito per un collegio e il listino di un’altro partito per la circoscrizione.

“La nostra principale critica ha a che fare con la questione del voto disgiunto – spiega infatti il deputato SI – cioè con il fatto che l’elettore abbia a disposizione un unico voto. Secondo noi, sarebbe stato decisivo che uno potesse esprimere con un voto il partito e con un voto il candidato del collegio, magari anche un candidato diverso quello del suo partito di riferimento. Non lo potrà fare con questa legge, mentre poteva farlo con il Mattarellum, e può farlo un cittadino tedesco”.

Quanto al rischio di larghe intese ventilato dagli orlandiani, Paglia ricorda che il Pd governa insieme al centrodestra dal 2011, e che la possibilità che tale alleanza prosegua è frutto di una volontà politica, non di legge elettorali. “Renzi governa con Forza Italia perchè ha lo stesso programma politico di Forza Italia” ha concluso il deputato di Sinistra Italiana.