Il decreto Lorenzin sulle prestazioni inappropriate, o “esami inutili”, viene bocciato senza appello dal mondo della sanità pubblica, sindacati dei medici e associazioni dei consumatori. 208 gli esami nella black list del ministero, per un risparmio di 2,3 miliardi. Federconsumatori: “rischio peggioramento delle condizioni di tutela e di salute dei cittadini”.

Tagli sanità: cosa prevede il decreto Lorenzin

Tagli alla sanità spacciati per lotta agli sprechi. Si potrebbe sintetizzare così il provvedimento che il governo si appresta ad approvare sulla sanità. Una lista di 208 prescrizioni mediche inappropriate, e un meccanismo sanzionatorio a danno dei medici che non rispettano l’elenco. Il tutto per 2,3 miliardi di tagli alla sanità pubblica, che secondo il ministro Beatrice Lorenzin andrebbero ridistribuiti nel Servizio sanitario nazionale per garantire prestazioni migliori e una razionalizzazione delle spese, a fronte di uno spreco di 13 miliardi l’anno.

Il decreto “esami inutili” è ritenuto inaccettabile dai medici e dai sindacati di categoria, che hanno parlato di “decreto sbagliato” e hanno già annunciato una mobilitazione “che potrebbe portare anche a uno sciopero di tutto il mondo della sanità italiana”. A contestare l’operazione della maggioranza sono anche le associazioni dei consumatori, che lanciano l’allarme sulle possibili ricadute per i pazienti. “Il rischio è un peggioramento delle condizioni di tutela e di salute dei cittadini – fa sapere Fabrizio Ghidini, responsabile regionale sanità di Federconsumatori – ci saranno persone che non riceveranno un’assistenza adeguata con un aggravamento futuro dei loro problemi di salute. E a quel punto costi più pesanti per la sanità, quindi il risparmio immediato rischia di essere vanificato sul lungo periodo”.

L’associazione sottolinea come in conseguenza di tutto ciò i cittadini avranno maggiori difficoltà nell’accesso alle cure, e se da una parte ci sarà chi si rivolgerà alla sanità privata (chi potrà permetterselo), dall’altro molti dovranno rinunciare a esami e visite. “Mettere a carico del paziente i costi di queste prestazioni, assolutamente insostenibili per la grande maggioranza dei cittadini, potrebbe produrre veri disastri sociali“, avverte Ghidini. “Un altro aspetto è quello del venir meno del rapporto di fiducia tra medico e paziente, con un incremento facilmente ipotizzabile di contenziosi”.

Insieme al contenuto del provvedimento, sindacati e associazioni di scagliano anche contro il metodo con il quale il Governo ha deciso, per l’ennesima volta, di operare: quella del decreto legge. “Il modo in cui il governo intende affrontare la questione è profondamente sbagliato, perché non si parte da una valutazione di merito, ma da un dato economico – osserva Ghidini – Il governo ha deciso a luglio di ottenere risparmi dalla sanità per fare altre scelte, come ad esempio l’abolizione dell’Imu“. In altre parole, la propaganda continua: “Si evita sempre il confronto con chi vive quotidianamente certe situazioni per affrontare il problema e trovare soluzioni. Anche in questo caso il governo decide per decreto, il tutto per risparmiare qualche miliardo per altre operazioni”.