“Il messaggio che Napolitano ha mandato al Paese con la nomina di 10 saggi è gravissimo”. Lorella Zanardo, autrice de “Il corpo delle donne” dà una lettura di genere alle mosse del Quirinale. “Si discrimina il 54% della popolazione, alzino la voce gli uomini”.

Lorella Zanardo, autrice de “Il corpo delle donne”, è furibonda. La decisione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di non includere alcuna donna nel gruppo di saggi, incaricati di cercare una soluzione all’impasse politica, è gravissima.
“È come se Obama nominasse un gruppo di saggi tutti neri o Bush avesse nominato un gruppo di saggi tutti bianchi – spiega Zanardo – Se fosse accaduto sarebbe successo il finimondo”.
Una questione sia simbolica che di rappresentanza, dal momento che le donne costituiscono il 54% della popolazione.

“Ho ricevuto centinaia di mail di ragazzine – racconta Zanardo – che mi chiedevano se Napolitano fosse anche il presidente delle donne. È frustrante la fatica che ciascuna di loro deve fare ogni giorno per ottenere considerazione”.
Ed è per questo che l’autrice de “Il corpo delle donne” ora chiede che siano gli uomini ad indignarsi e ad alzare la voce contro la decisione del Quirinale.
Una decisione che, oltretutto, non è votata al cambiamento. “Soprattutto in questo momento di crisi – osserva Zanardo – sarebbe necessario un approccio diverso ai problemi, un approccio che potrebbe arrivare dalle capacità e dalla sensibilità femminile”.

I dati che vengono dall’Europa e dal mondo parlano chiaro. L’Italia è scivolata all’80° posto nel “gender gap”, l’indice che analizza il divario tra i due sessi sul piano lavorativo e sociale, mentre tutti gli altri Paesi europei sono nelle prime 25 posizioni.
Un’indagine, quella sul gender gap, che non viene fatta da organizzazioni femministe, ma dal World Economic Forum.
L’Economist, del resto, riporta che le alcuni studi hanno dimostrato che più donne sono inserite in ruoli chiave durante i contesti di crisi meglio vanno le aziende.
“Appelliamoci a questi dati – insiste Zanardo – se non serve la polemica sulla rappresentanza”.

La studiosa, però, sottolinea che qualcosa sta cambiando anche in Italia. “Anche se la manifestazione di ‘Se non ora quando’, che portò in piazza un milione di persone, è stata strumentalizzata per cacciare Berlusconi, vedo che la mentalità dei giovani studenti maschi sta cambiando e anche la presenza femminile in Parlamento lo testimonia. La strada è tracciata, ma non fatecela percorrere con tutta questa fatica”.