Esattamente un anno fa, morirono in un naufragio nel Canale di Sicilia 366 migranti, 20 sono ancora oggi i dispersi. Quella tragedia rappresentò il momento più drammatico della storia recente delle migrazioni. Eppure, tragedie simili continuano ad accadere. Per Gabriele Del Grande, va cambiata la politica sui visti d’ingresso.

Strage Lampedusa: la situazione ad un anno dalla tragedia

Quel 3 ottobre 2013 è impresso nella memoria di tutti. La forza devastante dei 366 corpi allineati sulla banchina del porto di Lampedusa, rappresentava plasticamente una tragedia che si consuma tutti i giorni, senza soluzione di continuità. Dopo quel naufragio, dopo quei morti, il governo italiano fece partire l’operazione “Mare Nostrum“.

Per Gabriele Del Grande, giornalista, blogger (il suo lavoro di conteggio e identificazione dei morti nelle traversate nel Mediterraneo è un’opera continua di straordinario giornalismo) e regista con Antonio Augugliaro e Khaled Soliman Al Nassiry, del film in uscita il 9 ottobre “Io sto con la sposa”, l’operazione “Mare Nostrum” è stata positiva perchè ha salvato delle vite. E’ evidente, però, “che questo impegno della Marina Militare affronta la questione soltanto a valle e non interviene alla radice del problema.”

La radice del problema -continua Del Grande- sta nella richiesta di mobilità che viene dal sud del Meditteraneo, in particolare dalla Siria, dove è in corso una guerra civile spaventosa. Non c’è nessuna risposta a questa richiesta di mobilità. L’unico canale che rimane per spostarsi è quello del contrabbando. Fino a che l’Europa non ragiona su questo, noi staremo qui a contare i morti e a piangerci addosso.”

Sottolineando come l‘Italia sia soltanto un paese di transito per i migranti, Del Grande si scaglia contro la politica dei visti. “Mentre continuiamo a fare la guerra a poche migliaia di persone che arrivano dal Mediterraneo, contemporaneamente abbiamo liberalizzato i visti con tutti i paesi dell’est Europa. Questa semplificazione sta di fatto funzionando (da Albania, Romania e Polonia arriva il 50% della popolazione immigrata), e non si capisce perchè non si trovi il modo di fare lo stesso con i paesi del sud del Mediterraneo.”

“Dobbiamo capire -conclude Del Grande- che gli sbarchi non sono la causa dell’immigrazione, ma la conseguenza delle politiche sui visti. A Lampedusa arrivano i cittadini di quei paesi nei quali è praticamente impossibilie ottenere un visto in ambasciata.”