Mentre Confindustria sostiene che il briciolo di “dignità” proposto dal decreto del ministro Di Maio penalizzerebbe economia e assunzioni, nel Paese reale si susseguono vessazioni ai lavoratori. Nella sola Bologna le proteste di Adl Cobas Emilia Romagna per la sospensione di fattorini “colpevoli” di aver scioperato e di Sgb Bologna per la raffica di provvedimenti disciplinari della dirigente scolastica dell’Ic6.

Decreto Dignità: Il verdetto dell’ADL Cobas

Gli 8mila posti di lavoro (in crescita) che verrebbero a mancare qualora il governo approvasse il “Decreto Dignità” voluto da Luigi Di Maio sono ideologia. Ne è convinto Simone Fana, che registra la reazione scomposta e prevedibile di Confindustria al primo provvedimento degli ultimi 25 anni che va in una direzione opposta in merito alla legislazione sul mercato del lavoro.
Seppur simbolico, il provvedimento pentastellato indica una strada che diverge dalla solita ricetta della contrazione delle tutele lavorative e degli aiuti alle imprese. E tanto basta alla Confindustria per attaccare a testa bassa.

“Confindustria farebbe meglio ad interrogarsi su come far ripartire gli investimenti delle imprese e anche quelli pubblici – osserva Fana – poiché le riforme dei governi precedenti, ultimo quello Renzi, che sono intervenuti sul lato dell’offerta non hanno prodotto risultati”.
L’allarme di Confindustria – al pari di quello lanciato in occasione del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, che paventava un crollo dell’economia se avessi vinto il “no” – non ha argomenti sufficienti per contrastare il decreto.
Ben più ostico per il M5S, invece, potrebbe risultare il rapporto con la Lega, con cui siede al governo, che ha un approccio economico distante. Di Maio e soci, secondo Fana, rischiano di dover rivedere al ribasso le proprie aspettative.

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Ma se la Confindustria fa ideologia ed evoca una teoria, com’è nella pratica la condizione dei lavoratori in Italia. Restando nella sola Bologna, tra ieri e oggi si sono registrate due mobilitazioni per altrettanti casi di vessazione subiti dai lavoratori.
Adl Cobas ieri pomeriggio ha protestato davanti alla Pam di via Marconi perché 5 fattorini del servizio di delivery sono stati sospesi per aver scioperato lo scorso 4 luglio. Le ragioni dell’astensione dal lavoro riguardano le forme contrattuali, come la mancata stabilizzazione di alcuni dipendenti nonostante il servizio sia passato dal coinvolgere 7 punti vendita ad una trentina, e la salute dei lavoratori, messa in discussione dai pesanti carichi che devono trasportare. Ciò è bastato all’azienda, che gestisce il servizio in appalto, per decidere di punire gli scioperanti.

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Non va meglio nel servizio pubblico, considerato in modo stereotipato migliore di quello privato. Oggi gli insegnanti dell’Ic6 in zona Irnerio tengono un presidio per protestare contro la raffica di provvedimenti disciplinari pretestuosi con cui la dirigente scolastica conta di gestire i rapporti interni all’istituto.
Tutto si è acuito nel momento in cui Sgb ha visto eletto un proprio esponente nelle rsu, il quale è stato raggiunto da tre provvedimenti disciplinari nell’arco di dieci giorni.

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