I portuali genovesi di Calp e Filt Cgil stanno protestando dall’alba contro la nave Bahri Yanbu, il cargo saudita carico di armi che ha attraccato nel capoluogo ligure. Già in Francia e in Spagna la nave è stata respinta. I lavoratori genovesi: “Guerra alla guerra. Nessuno toccherà materiale militare”.

Portuali di Genova contro la nave delle Armi

La nave cargo battente bandiera della Saudi Arabia carico di armi Bahri Yambu è attraccata stamani verso le 6 al terminal Gmt del porto di Genova. Il collettivo autonomo lavoratori portuali ha raggiunto il terminal e bloccato l’ingresso degli ormeggiatori del porto con lo striscione “Stop ai traffici di armi, guerra alla guerra” ma gli ormeggiatori sono stati fatti passare via mare e la nave si trova ora all’ormeggio. Anche il presidio indetto dalla Filt Cgil in contemporanea con lo sciopero si trova ora a ponte Etiopia. “Vogliamo segnalare all’opinione pubblica nazionale e non solo che, come hanno già fatto altri portuali in Europa, non diventeremo complici di quello che sta succedendo in Yemen” hanno scritto in un comunicato i segretari Filt Enrico Ascheri ed Enrico Poggi.

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La Filt Cgil questa mattina ha chiesto e ottenuto un incontro con il prefetto Fiamma Spena, che ha riconosciuto la parzialità delle informazioni secondo cui il carico della nave sarebbe stato unicamente civile. Riconosciuta l’esistenza di materiale militare, le parti hanno concordato che non sarebbe stato imbarcato. Il carico bellico è stato quindi trasferito in un magazzino, e nelle prossime ore sarà traferito via terra verso una destinazione ancora sconosciuta al sindacato e ai lavoratori, ma di certo non tornerà al terminal di Genova. “Con un po’ di orgoglio –commenta ai nostri microfoni Luigi Cianci della Filt Cgil, che ha fatto parte della delegazione ricevuta in prefettura – possiamo dire che oggi il nostro porto è stato aperto ai migranti, è stato chiuso alle armi e alle guerre”.

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Più fonti riportano l’ipotesi che la nave venga indirizzata nel porto di La Spezia, nel quale in modo più agevole potrebbe caricare sei cannoni semoventi destinati all’Arabia Saudita per la guerra in Yemen. Ne abbiamo parlato con Giorgio Beretta della Rete Italiana Disarmo.

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