La spesa militare italiana ha raggiunto i 25 miliardi di euro all’anno, di cui quasi 6 miliardi solo per nuovi armamenti (cresciuti dell’88% dal 2006 ad oggi). Cifre che coprirebbero l’abolizione della legge Fornero. I governi Renzi e Gentiloni hanno aumentato le spese quasi del 9%. Sono i dati dell’osservatorio Milex, ma in campagna elettorale non si parla del tema.

Nonostante l’austerity, le spese militari in Italia sono cresciute, arrivando a toccare i 25 miliardi di euro l’anno. Il settore non è stato toccato dalla spending review e dai sacrifici chiesti ai cittadini per fronteggiare la crisi.
Addirittura, durante i governi Renzi e Gentiloni, la spesa militare è cresciuta dell’8,6%.
In piena campagna elettorale, tra promesse irrealizzabili e il mantra del “non ci sono le risorse”, arriva il nuovo rapporto di Milex, l’osservatorio sulle spese militari, un tema che sembra sparito dall’agenda politica, qualora vi fosse mai entrato.

Eppure, l’azzeramento delle spese militari darebbe risorse che potrebbero portare all’abolizione della legge Fornero sulle pensioni o l’introduzione del reddito di cittadinanza, argomenti su cui litigano e si dividono i partiti.
Secondo le stime di Ragioneria dello Stato e Ministero dell’Economia, infatti, l’abolizione della legge Fornero porterebbe un aggravio di 26 miliardi di euro all’anno per le casse dello Stato, cifra non lontana dalla spesa militare italiana. Ma anche senza abolire la Fornero, quelle risorse potrebbero servire in molti altri settori, dalla scuola alla manutenzione del territorio, passando per il rilancio dell’occupazione.

Lo Stivale è l’undicesimo Paese al mondo per spesa militare, prima di nazioni militarizzate come Turchia ed Israele.
Nel dettaglio, le principali cifre contenute nel rapporto ci dicono che ogni anno l’Italia destina alle spese militari l’1,4% del pil, molto più di altri Paesi europei, ad esempio Germania e Belgio.
Sono 68 i milioni di euro che ogni giorno finiscono nel settore militare, pari a 2,8 milioni ogni ora.
Il grosso della spesa riguarda il personale (60%): 12,8 miliardi per pagare gli stipendi di militari che, anomalia tutta italiana, sono in maggioranza ufficiali e sottuficiali (87mila), che comandano meno sottoposti (83mila).

Un’altra fetta consistente della spesa è composta dagli armamenti (28%). Sono quasi 6 i miliardi di euro spesi ogni anno, con una crescita impressionante dal 2006 ad oggi: +88%.
Ciò, sottolineano dall’osservatorio, non risponde a necessità effettive del Paese, ma è un regalo alla lobby delle armi e dell’impresa bellica, che assorbe gran parte dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico, che sarebbero destinati alle imprese.

Un altro capitolo è rappresentato dalle missioni militari, che pesano per 1,3 miliardi di euro ogni anno e, come è evidente da casi come l’Iraq o l’Afghanistan, non hanno prodotto risultati.
Senza parlare degli F35 e dei famosi 14 miliardi di euro ad essi destinati. Le spese sono levitate molto (fino a 150 milioni per singolo aereo), ma i problemi tecnici evidenziati non sono risolvibili.

ASCOLTA L’INTERVISTA A FRANCESCO VIGNARCA DELL’OSSERVATORIO MILEX: