Questa mattina a Bologna convegno su amnistia e indulto come misure per arginare il problema del sovraffollamento carcerario. Promossa dal Garante regionale per le persone private della libertà, Desi Bruno, la tavola rotonda ha definito amnistia e indulto come misure sporadiche, richiedendo urgenti misure strutturali sulla detenzione.

Si è tenuto in mattinata, nella sala polivalente della Regione Emilia Romagna a Bologna, il convegno “Sovraffollamento carcerario…amnistia e indulto?” promosso da Desi Bruno, Garante regionale dei diritti delle persone private della libertà. Dopo i saluti istituzionali degli assessori Monica Donini e Teresa Marzocchi, ha preso il via la tavola rotonda moderata dalla stessa Desi Bruno. Nel corso degli interventi è stato affrontato il tema del sovraffollamento negli istituti penitenziari italiani, evidenziando, da varie prospettive, come l’amnistia e l’indulto costituiscano misure una tantum che non risolvono un problema che è molto più ampio. Servirebbero, secondo i relatori intervenuti, misure strutturali che rivoluzionino l’istituto della pena detentiva in vari sensi.

In Italia il 40% dei detenuti non è stato condannato con sentenze passate in giudicato, il che è in palese contraddizione con il principio della presunzione d’innocenza dell’imputato.

Scarso il ricorso alle pene alternative, dagli arresti domiciliari ai programmi di lavoro e reinserimento. Secondo il dirigente SAPPE Giovanni Battista Durante, il 70% dei detenuti, scontata la pena detentiva, si rende nuovamente protagonista di reati. La percentuale di recidività crolla, invece, al 20%, se i detenuti compiono percorsi reali di reinserimento, soprattutto lavorativo.

Grande rilevanza ha assunto la condanna della Corte di Strasburgo nei confronti dell’Italia per le condizionin di detenzione. La sentenza, che è una sentenza pilota, impegna il nostro paese a rimuovere quanto prima le cause che determinano le condizioni inumane e degradanti cui sono sottoposti i detenuti. La sentenza impegna, inoltre, l’Italia a istituire un garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, come, peraltro, da ratifica del protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti o pene crudeli, inumani o degradanti (OPCAT).

Francesco Ditaranto