Dopo il crollo avvenuto ieri in una scuola a Ostuni, dove sono rimasti feriti dei bambini, ci si interroga sulla sicurezza degli edifici scolastici nel nostro Paese. Cavallo di battaglia del governo Renzi, il tema dell’edilizia scolastica finisce sotto la lente di ingrandimento di Legambiente: “basta interventi emergenziali e a pioggia, serve programmazione costante”.

Le scuole italiane non sono luoghi sicuri. La triste realtà – più che mai evidente dopo quanto accaduto ieri nel Brindisino, dove un crollo ha provocato il ferimento di alcuni bambini – è quella fotografata dal rapporto annuale di Legambiente “Ecosistema Scuola”, l’indagine sulle strutture e i servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 94 capoluoghi di provincia. Ed è un quadro certamente poco rassicurante quello che emerge: più di 41mila edifici scolastici hanno bisogno di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza. Il 32,5% necessita di interventi urgenti di manutenzione. Scuole vecchie e senza agibilità, dunque, ma non solo: molte strutture sono sottoposte a rischio sismico e idrogeologico. Il 41,2% si trova in aree a rischio sismico, mentre solo il 22,2% sono le scuole dove è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica.

Cavallo di battaglia di Matteo Renzi, che del tema della scuola e della sicurezza degli istituti scolastici ha fatto una bandiera dell’azione del governo, soprattutto nelle prime settimane del suo insediamento (con tanto di visiste settimanali nelle scuole), l’impegno sull’edilizia scolastica trova una mezza bocciatura da parte di Legambiente: “Gli impegni assunti dalla politica negli ultimi anni sono sempre scaturiti da casi di cronaca drammatici – evidenzia Vanessa Pallucchi, di Legambiente Scuola e Formazione – Va dato atto a questo governo di aver posto come obiettivo prioritario quello dell’edilizia scolastica, quello che deve essere approfondito però è il metodo: finora si è intervenuti su situazioni di emergenza o per Comuni che avevano già progetti in cantiere e che hanno fatto richiesta al governo di finanziamenti“.

Preoccupanti sono i dati del report che evidenziano una diminuzione degli investimenti in manutenzione ordinaria e straordinaria rispettivamente del 22% e del 17%: “Abbiamo un problema strutturale della governance generale dell’edilizia scolastica in tutta Italia – continua Pallucchi – dove ci sono enti locali con capacità di programmazione per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole, e altre realtà del paese che vedono invece una carenza in questo. Non dobbiamo solo agire sull’emergenza, ma dobbiamo trovare una metodologia per una manutenzione seria e costante, con una programmazione che dia investimenti continuativi negli anni. È una responsabilità di tutti i livelli istituzionali – sottolinea Pallucchi – ma il governo Renzi su questo deve ancora fare un cambio di passo, si è continuato a dare finanziamenti a pioggia“.