Cgil e Cobas delle scuole di Bologna confermano la mobilitazione del 24 novembre nonostante gli altri sindacati abbiano ritirato la protesta. Ancora molte le ragioni per chiedere al governo un’inversione di rotta.

Docenti ancora sul piede di guerra. Dopo lo sciopero del 14 novembre che a Bologna ha visto un’adesione di circa il 40% del personale della scuola, non si fermano mobilitazioni e azioni di protesta per scongiurare la marginalizzazione dell’istruzione pubblicata. All’istituto Crescenzi-Pacinotti , dov’è in corso un’assemblea generale con rappresentanti delle varie scuole della provincia, lamentano il taglio del Fondo di Istituto. A rischio finanche il pagamento delle supplenze, di cui sempre più spesso si fa carico il personale ordinario. “Per le private si trovano i fondi mentre per le pubbliche rimangono intatti i tagli.”

Revocato lo sciopero unitario previsto per il 24 gennaio, dopo l’incontro odierno  fra i sindacati confederali e il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, l’insofferenza si concentra nelle scuole, fra i docenti che minacciano azioni di boicottaggio dell’attività prevista e non riconosciuta che si estende ben oltre le 18 ore di cattedra. A rischio supplenze, gite scolastiche e redazioni di verbali, per rivendicare lo sforzo quotidiano, e sommerso, che va ben oltre le ore di lezione. Per le ore eccedenti, come nel caso di sostituzione dei colleghi assenti e  funzioni “extra”, la copertura finanziaria è sempre in bilico.

Per Flc-Cgil e Cobas il passo indietro delle altre sigle sindacali – Cisl, Uil, Snals e Gilda  – è uno scambio vergognoso. Una tregua avvenuta dopo lo sblocco degli scatti di anzianità, ma per il solo 2011. 480 milioni rintracciati nei fondi scuola MOF (Miglioramento offerta formativa) e FIS, quindi sempre un depauperamento dell’istruzione per la gestione dell’ordinario.  La copertura degli scatti non dovrebbe certo gravare su questi fondi  – dicono Cgil e Cobas. Il futuro resta incerto e non basta certo cancellare l’aumento delle ore per far rientrare la protesta. “La piattaforma ridotta” su cui era stato indetto lo sciopero unitario del 24 gennaio – il ritorno alle 18 ore e gli scatti di anzianità –  non spengono la rabbia di Cobas e Flc-Cgil. “La nostra mobilitazione va oltre queste concessioni parziali e temporanee.” Il no secco della Cgil arriva anche sulla proposta del Ministro di un meccanismo di valutazione per ogni singolo docente, su cui graduare gli eventuali incentivi economici. “Quando diciamo recupero del potere d’acquisto non è certo questo che abbiamo in mente.”

Angelica Erta