Il governo che aveva promesso di investire sulla scuola ha dimezzato in corso d’anno i trasferimenti per i fondi d’istituto. 3,5 milioni di euro in meno per le scuole bolognesi. A rischio, tra le altre cose, laboratori e sostegno all’handicap. Flc-Cgil proclama uno sciopero di un mese delle attività aggiuntive.

Lascito amaro quello del governo Letta, che al suo insediamento aveva promesso di investire sulla scuola. Il Ministero dell’istruzione ha disposto, in corso d’anno, un taglio del 47% ai fondi d’istituto, cioè quelle risorse che consentono alle scuole di effettuare il coordinamento e garantire la qualità dell’offerta formativa.
Laboratori didattici, corsi di recupero, percorsi di alfabetizzazione e persino l’assistenza all’handicap rischiano di saltare sotto la scure del Miur.

Per le scuole bolognesi il taglio ammonta a 3,5 milioni e, come ci spiega Francesca Ruocco, segretario dell’Flc-Cgil, non è il primo taglio che questa voce subisce. “L’anno scorso il fondo è stato tagliato del 40% per gli Istituti Comprensivi e del 23% per le superiori”.
Una situazione insostenibile che crea rischi concreti per la gestione delle scuole. “Quest’anno in qualche modo si tirerà avanti la carretta – immagina la sindacalista – ma dall’anno prossimo sarà difficile trovare i docenti che si accollino questi oneri extra, a meno che non li si obblighi a lavorare gratis”.

Fino a due anni fa, infatti, i docenti e il personale Ata che assumevano impegni aggiuntivi alle loro funzioni contrattuali potevano beneficiare di 1500 euro lordi in più all’anno. Con i tagli effettuati la somma si attesta sui 300 euro lordi annui.
“Il Ministero vuole effettuare il taglio per pagare i sacrosanti scatti contrattuali del personale – spiega Ruocco – ma quelle risorse non devono arrivare dal taglio ai fondi d’istituto”. Il sindacato propone invece che vengano pagati con il 30% dei risparmi dei tagli pregressi, che dal 2008 ad oggi hanno sottratto 9,3 miliardi di euro al mondo della scuola.

Per compensare i mancati trasferimenti, i consigli di istituto stanno mettendo nei bilanci un aumento dei contributi volontari da parte dei genitori, che serviranno a garantire tutte le attività dell’offerta formativa.
Una soluzione che non solo è ingiusta in un momento di crisi, ma che “crea anche scuole di serie A e di serie B – mette in guardia Ruocco – dal momento che l’entità del contributo volontario dipende molto dalla disponibilità economica delle famiglie del quartiere in cui è collocata la scuola”.

“I tagli sono stati annunciati mentre è ancora in corso una trattativa – osserva il segretario Flc – Purtroppo ora è caduto il governo e quindi non abbiamo un interlocutore politico”. In attesa che la discussione possa riprendere, però, il sindacato ha proclamato un mese di sciopero delle attività aggiuntive, dal 21 febbraio al 22 marzo.