Dai nidi alle superiori, situazione drammatica nelle scuole bolognesi. Quasi 1600 studenti in più ma solo 4 nuove classi. Si va verso l’esposto in Procura. Nei nidi ridotto il personale e aumentato il rapporto bambini-educatrici.

La scuola bolognese è al collasso. La riforma Gelmini da un lato e i tagli al Bilancio comunale dall’altro stanno mettendo in ginocchio il sistema educativo della nostra città.
Cominciando dagli asili nido, la vicenda delle paventate chiusure o dell’affidamento ai privati si conclude con una ricetta ormai nota: il taglio del personale.
I sindacati confederali e l’assessore comunale all’Istruzione, Marilena Pillati, hanno siglato un accordo che cancella una delle eccellenze bolognesi. Nei nidi comunali, infatti, non ci sarà più un’educatrice ogni cinque bambini, ma il rapporto sale ad 1 a 7. Le lavoratrici, inoltre, vedranno la trasformazione dei contratti a tempo determinato da full time a part time al 50%. In quattro nidi, in aggiunta, ci sarà la sperimentazione della preparazione dei pasti direttamente gestita dai collaboratori scolastici.
Secondo Usb questa è una mossa del Comune che prepara la strada alla privatizzazione, dal momento che nell’accordo si afferma che non ci sarà la privatizzazione “fatta salva la verifica dei vincoli di bilancio e la sostenibilità finanziaria”.

Salendo il grado dell’istruzione la situazione non migliora. Tra elementari, medie e superiori, infatti, saranno 1581 gli studenti in più nella provincia di Bologna che si siederanno tra i banchi di scuola il prossimo anno. E il rischio che debbano sedersi sul banco o per terra è concreto, perché le classi in più saranno soltanto quattro e il personale, tra organico di diritto e di fatto, avrà ancora una volta il segno meno.
È la denuncia arrivata dalla Flc-Cgil, che arriva a parlare di “classi pollaio”.
Per questo il sindacato è pronto a fare una ricognizione a fine agosto e, nel caso non vengano rispettati i parametri per la sicurezza, è pronto a presentare un esposto in Procura. La via giudiziaria, inoltre, è già stata intrapresa con due ricorsi (uno del sindacato e uno dei genitori) al Tar del Lazio per la carenza di insegnanti nelle scuole elementari e il sovraffollamento nell’anno scolastico appena concluso.

Nel dettaglio, sono 121 i nuovi iscritti alle elementari, con sei classi, 21 maestri e sei insegnanti di sostegno in meno. Alle medie i nuovi arrivati sono 850, con tre classi, 51 docenti e cinque insegnanti di sostegno in meno. Stessa sorte per le superiori: a fronte di 610 alunni in più ci saranno 66 docenti in meno.