Dopo 10 anni di attesa la legge nazionale sul Commercio Equo e Solidale è stata approvata alla Camera il 3 marzo 2016 con soli 4 voti contrari. Un risultato celebrato da Renzi come uno dei grandi successi del suo governo. Ma dopo un avvio promettente dell’esame al Senato la proposta di legge è scomparsa. Secondo il presidente di Equo Garantito “ci sono altre priorità: forse il referendum?”

Commercio Equosolidale: dov’è finita la legge?

A quasi 8 mesi dall’approvazione alla Camera dei Deputati della proposta di legge “Disposizioni per la promozione e la disciplina del commercio equo e solidale” avvenuta il 3 marzo scorso con 282 voti favorevoli e solo 4 contrari, e dopo un avvio promettente del suo esame al Senato (pochissimi emendamenti presentati in Commissione e una condivisione pressoché unanime dichiarata dai gruppi parlamentari) la proposta è scomparsa dall’ordine del giorno e non se ne ha più traccia.

Questa legge – racconta Giovanni Paganuzzi, presidente di Equo Garantito – è attesa da 10 anni. A marzo è stata approvata praticamente all’unanimità, con soli 4 voti contrari. Non solo. Renzi, nella direzione del partito che c’è stata prima dell’estate aveva speso l’approvazione di questa legge come uno dei grandi risultati del governo”. Una volta passata al Senato è stata subito assegnata alla commisione competente per l’approvazione, che ha fatto una prima analisi dichiarando che in tempi rapidi si sarebbe passati all’approvazione, e poi non è più stata neppure calendarizzata. Di fatto, in questo momento non si sa se e quando verrà discusso il testo in Senato.

“La legge – spiega Paganuzzi, prevede la definizione precisa del Commercio Equo e Solidale e della sua attività, che è volta ad accompagnare i piccoli produttori marginali nell’accesso al mercato. Inoltre, definisce le organizzazioni di commercio equo, che hanno la peculiarità di avere l’obbligo di fare attività di informazione e di divulgazione sui temi dello sviluppo e della coperazione. Infine, vi è una disciplina di tutela delle organizzazioni e dell’attività di commercio equo”.

Vista l’elevatissima maggioranza con cui la legge era stata approvata alla Camera dei Deputi, è difficile capire la ragione della sua scomparsa. Di certo non si tratta di una di quelle leggi che secondo i sostenitori della Riforma Costituzionale non riescono a passare a causa del bicameralismo perfetto, visto che la maggioranza non mancherebbe neanche in Senato.
“È difficile capire quale sia il motivo – sottolinea Paganuzzi – ma sicuramente non dipende da una mancata condivisione della legge. Probabilmente il problema è che ci sono altre priorità, e non riusciamo a capire esattamente quali siano. Forse il referendum? Ma prima dell’estate c’è stata la finanziaria, e di certo ce ne sarà anche una prossima. Questa è già la terza legislatura che tenta di approvare una disciplina su questa materia. Finalmente ci siamo arrivati, e con una larghissima maggioranza. Io credo che questo tema sia prezioso e condiviso nel paese, e che possa essere un ottimo strumento per lavorare su un’economia equilibrata in futuro. Quindi, direi che potrebbe essere legittimamente considerata una priorità”.

Anna Uras