Un anno fa, l’alluvione in Sardegna fece 19 morti, 500 sfollati e più di 660 milioni di euro di danni. Il governo promise 200 milioni di euro, ma, per il momento ne sono arrivati solo 20. Tra deroghe al Patto di Stabilità, e promesse di spesa, un’ombra sinistra si proietta sulla Liguria oggi colpita dal maltempo.

Alluvione Sardegna: la situazione un anno dopo

Per raccontare il dissesto idrogeologico nel nostro paese, e, in questi giorni in cui il maltempo non dà tregua alla parte nord-occidentale dello stivale, i disastri che lo stanno colpendo, può essere utile tornare indietro di un anno e andare in Sardegna, dove, esattamente il 18 novembre 2013, un’alluvione fece 19 morti, 500 sfollati e più di 660 milioni di euro di danni. E’ uno sguardo indietro che può servire a capire come, nel nostro paese, i proclami fatti sull’onda dell’emozione per le tragedie che puntualmente si ripetono, spesso non siano seguiti da fatti concreti.

Succede così, che davanti alle promesse di deroga al patto di stabilità per i comuni colpiti dall’alluvione di questi giorni e alle licenze di spendere concesse dal governo, ci si debba interrogare su come, in Sardegna, stia procedendo la ricostruzione ad un anno esatto dal disastro.

I costi della ricostruzione sono ricaduti sulle tasche dei privati. Dei 200 milioni promessi dal governo ne sono arrivati solo 20” dice ai nostri microfoni Claudia Sarritzu, giornalista e direttrice Cagliari Globalist. “Di questi 20 milioni di euro -continua Sarritzu- 200 mila  sono stati trattenuti dalla Protezione Civile per le spese sostenute durante l’emergenza.”. Nulla è seguito alle dichiarazioni d’intenti, basti pensare che, come ci conferma la giornalista, ci sono ancora sfollati ospitati in casa di amici o in alloggi di fortuna, e la ricostruzione, praticamente, non è mai partita.

Per Sarritzu, la colpa è di una classe politica che, passata l’emergenza, non mantiene quanto promesso, e di una burocrazia che nonostante i proclami non è stata assolutamente snellita. Paradossale, ma è solo un esempio, è il caso dei 5 milioni di euro raccolti con gli sms, che “sono ancora bloccati dalla burocrazia.”.

Insomma, qualche perplessità sulla ricostruzione in Liguria è legittima, nonostante gli annunci.