No all’accanimento contro chi sceglie di non vaccinare i propri figli. La Regione risponde ad un’interrogazione di Gabriella Meo e ribadisce che si interverrà solo in casi di trascuratezza del minore. La consigliera: “Anche chi sceglie di vaccinare si assume la responsabilità”.

Vaccini ai figli: la regione risponde a Gabriella de Meo

I genitori possono liberamente scegliere di non vaccinare i propri figli, specie per non esporli agli effetti collaterali, talvolta invalidanti, che le iniezioni contro le malattie possono avere. Lo stabilisce la legge regionale, ma è stato necessario ribadirlo in risposta ad un’interpellanza della consigliera regionale Gabriella Meo (Verdi).
La consigliera aveva ricevuto delle segnalazioni da parte di alcune famiglie bolognesi che si sono sentite sotto pressione per continui accertamenti disposti dal Tribunale dei minori e colloqui con i servizi sociali e sanitari in seguito alla scelta di non vaccinare i propri figli. Per questo Meo aveva chiesto alla Regione spiegazioni in merito e che venisse applicata la legge regionale, che consente questa forma di “obiezione di coscienza”.

A rispondere all’interpellanza è stato il sottosegretario alla presidenza della Regione Alfredo Bertelli, che ha rassicurato consigliera e famiglie. Si interverrà con accertamenti e provvedimenti solo qualora vi siano fondati sospetti di una negligenza o trascuratezza nell’accudimento dei minori, mentre invece la libera e consapevole scelta di non vaccinare i figli viene garantita.
“In realtà – commenta Meo – spesso si dimentica che anche quando le famiglie decidono di vaccinare i propri figli si assumono la responsabilità, firmando una liberatoria. Trovo giusto allora che chi obietta non sia sottoposto ad accertamenti eccessivi”.

L’obiezione alla vaccinazione nasce in seguito agli effetti collaterali, a volte pesanti e gravemente invalidanti, che i vaccini stessi possono avere. Per questo alcune famiglie scelgono di non sottoporre al rischio i propri figli, sottraendoli a vaccinazioni per malattie come poliomelite, difterite, tetano ed epatite B. Quelle malattie, cioè, considerate obbligatorie e senza le quali non si ha l’ammissione a scuola.