Dopo la tragedia spagnola di Santiago de Compostela, l’associazione Idra scrive all’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie chiedendo un aggiornamento sulle condizioni dei tunnel Tav fra Bologna e Firenze. “Non ci risulta che ci siano le misure di sicurezza prescritte dalla legge”.

Santiago de Compostela: il rischio è che accada anche qui

La tragedia ferroviaria di Santiago de Compostela, che finora ha provocato 80 morti e 140 feriti, solleva dubbi anche sulle linee dell’Alta Velocità italiane. In particolare c’è il sospetto che su alcune tratte, come la Bologna-Firenze, non siano presenti le misure di sicurezza necessarie per evitare che possano verificarsi incidenti ferroviari come quello accaduto in Galizia.
Per questo motivo, l’associazione Idra di Firenze ha preso carta e penna ed ha scritto all’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie per chiedere un aggiornamento informativo “sulle specifiche condizioni di sicurezza nei tunnel appenninici Tav fra Firenze e Bologna”.

Idra paventa che in quei punti permangano serie condizioni di rischio. “A meno che non siano state apportate modiche alle infrastrutture e alle dotazioni esistenti – si legge nella missiva – risulta a noi che fra i Comuni di Vaglia (alle porte di Firenze) e di Bologna 60 km di linea sotterranea Tav siano stati progettati e realizzati ignorando le prescrizioni dettate dalla Legge 191 del 1974”. In particolare, con la soluzione scelta, “monotubo”, i treni veloci sfrecciano oggi in direzioni opposte nella stessa galleria, priva di un tunnel parallelo di fuga e soccorso.

I punti critici sono diversi, alcuni dei quali (come i tunnel “Pianoro” e “Raticosa”) nel territorio bolognese.
“I soccorsi potrebbero arrivare unicamente dall’alto, da discenderie che presentano pendenze fin oltre il 13%, e distanze l’una dall’altra fin oltre 5 km – spiega Girolamo Dell’Olio, presidente di Idra – sotto Monte Bibele, dove il Frecciarossa vanterebbe il “primato mondiale di velocità in galleria“ (362 km/h, segnati il 3 febbraio 2009 durante le prove), fra un accesso e l’altro vi sono ben 5 km”.
I mezzi a disposizione delle squadre dei Vigili del Fuoco per l’intervento in galleria, inoltre, sarebbero del tutto inadeguati a fronteggiare un evento che coinvolgesse decine o centinaia di unità di passeggeri e di personale di equipaggio.

Qualora le misure di sicurezza non fossero state ancora assunte nella misura necessaria, Idra chiede di essere informata sugli scenari che si presenterebbero in caso di guasto, incendio, deragliamento, collisione o attentato nei 60 km di tunnel tuttora sprovvisti di galleria parallela di soccorso fra Vaglia e Bologna.