Il sindaco di Riace Domenico Lucano è stato posto agli arresti domiciliari per favoreggiamento dell’immigrazione. Esulta il ministro Matteo Salvini, indagato per sequestro di persona. Per Tiziana Barillà, autrice di “Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace” l’arresto è la conseguenza di uno scontro politico che si riversa nel giudiziario. Sabato la manifestazione “Riace non si arresta”.

La Guardia di Finanza ha arrestato e posto ai domiciliari il sindaco di Riace, Domenico Lucano, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’arresto é stato fatto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Locri su richiesta della Procura della Repubblica. L’operazione che ha portato all’arresto di Lucano è stata denominata “Xenia” ed è stata condotta dal Gruppo di Locri della Guardia di Finanza.

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Secondo il procuratore di Locri, Luigi D’Alessio, Lucano ha dimostrato una “spigliatezza disarmante, nonostante il ruolo istituzionale rivestito”, nell’ammettere “pacificamente più volte, ed in termini che non potevano in alcun modo essere equivocati, di essersi reso materialmente protagonista ed in prima persona adoperato, ai fini dell’organizzazione di matrimoni ‘di comodo'”.

La notizia è stata subito capitalizzata dal ministro degli Interni Matteo Salvini. Il ministro, sul quale pende un’inchiesta per sequestro di persona ed abuso d’ufficio in merito al caso della nave Diciotti della Guardia Costiera, esulta per l’arresto di Lucano su Facebook: “Accidenti, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati! Io vado avanti. #portichiusi #cuoriaperti”.

Il Fatto Quodiano ha pubblicato alcune intercettazioni  relative all’inchiesta in cui Lucano si preoccupava del destino di una donna migrante. Nelle intercettazioni non emerge mai alcun tornaconto economico o personale, ma il sindaco si interroga su come attuare una sorta di disobbedienza civile per garantire la permanenza di una richiedente asilo che ha già ricevuto tre dinieghi alla sua domanda di protezione internazionale.

“Questa notizia arriva come la peggiore delle ipotesi possibile – afferma ai nostri microfoni Tiziana Barillà, giornalista ed autrice del libro ‘Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace‘ (Fandangolibri) – Uno scontro politico che si riversa in scontro giudiziario. È il tweet di Matteo Salvini di questa mattina a parlare ancor prima che noi. Se si va a guardare nelle carte non c’è nulla che potesse portare ad un arresto immediato”.

Barillà racconta che l’estate scorsa era a Riace, al festival che si svolge ogni anno, dove è stata denunciata una vera e propria persecuzione nei confronti del Comune. Il problema più grande, che è stato oggetto di una campagna di sostegno, è il blocco dei fondi del Viminale per l’accoglienza dei richiedenti asilo a Riace. Fino al blocco della fiction su Rai 1 a causa dell’inchiesta che pendeva su Lucano.
“Quello che Riace paga – osserva Barillà – è di rappresentare un’alternativa alla deriva razzista e fascista di questo Paese”.

La giornalista rivela che Lucano viveva malissimo l’inchiesta che pendeva su di lui. Ciò che più gli premeva è che il fango non portasse a dire che faceva ciò che faceva per tornaconto personale.
“Io sono stupefatta dal comunicato stampa della Procura di Locri – continua Barillà – perché ha tutte le sembianze di una costruzione, di qualcosa di montato”.
Mimmo disobbedisce – mette in chiaro l’autrice della biografia di Lucano – perché agisce in quanto sindaco e in quanto uomo politico seguendo l’ideale della giustizia sociale. E quando la legalità è diventata opposta alla giustizia sociale, lui si è sempre assunto la responsabilità di ciò che fa”.

Intanto la notizia degli arresti domiciliari per Mimmo Lucano hanno destato molto scalpore e indignazione tra gli antirazzisti. Al punto che è già stata indetta una manifestazione per sabato prossimo, 6 ottobre, alle 15.00 a Riace, intitolata “Riace non si arresta “.

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Nel corso della mattinata alla stampa sono arrivate anche le motivazioni del Gip che hanno portato all’arresto ai domiciliari per il sindaco di Riace. In particolare, l’inchiesta che pendeva sulla sua testa da un anno e mezzo si è sgonfiata: le contestazioni ipotizzate dalla Procura – tra cui malversazione, truffa ai danni dello Stato e concussione – sono cadute.
“La gestione dei fondi – si legge nel documento – è stata magari disordinata, ma non ci sono illeciti e nessuno ha mai intascato un centesimo”.

“Fatte le dovute proporzioni, a me sembra che ci troviamo dentro alla stessa dinamica che ha coinvolto le ong – afferma ai nostri microfoni Fracesco Piobbichi, operatore umanitario e disegnatore – Cioè chi dimostra oggi che attraverso la solidarietà si può produrre un modello che mette in difficoltà il clima di emergenza, viene colpito perché rappresenta un esempio”. Piobbichi sottolinea che tutte le inchieste sulle ong, accusate di avere rapporti coi trafficanti, si sono rivelate un buco nell’acqua. Un effetto però lo hanno prodotto: cambiare il volto della frontiera e togliere i testimoni, al punto che i morti in mare da quando le ong sono state allontanate è drammaticamente cresciuto.

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