Il segretario regionale della Fiom Bruno Papignani interviene nello spazio di approfondimento del Breakfast Club: “Landini non è diventato renziano. L’operazione Fiat è una sincera ipocrisia. Serve la quinta stagione della sinistra”.

È un Bruno Papignani che interviene a tutto tondo quello che abbiamo ospitato questa mattina nello spazio di approfondimento del Breakfast Club, di nuovo in onda dopo la pausa natalizia.
Dalla crisi del settore metalmeccanico al piano industriale di Ducati-Audi, dalle aperture del segretario nazionale Fiom Maurizio Landini a Matteo Renzi, all’operazione Fiat Chrysler fino alla necessità di ricostruire la sinistra: il segretario regionale delle tute blu Cgil dice la sua e non rinuncia a criticare la sua stessa organizzazione sindacale.

Uno dei punti salienti riguarda senza dubbio le polemiche e per certi versi lo sconcerto che ha destato l’apertura di Maurizio Landini al “job act” di Matteo Renzi. “Maurizio non è diventato renziano – spiega Papignani – È evidente che noi non difendiamo al passato che ci ha portato via pensioni ed articolo 18, quindi Renzi rappresenta una novità. Lo giudicheremo sul merito, ma presumo che il merito purtroppo sarà molto distante”.
Papignani, inoltre, precisa come la pensa la Fiom sulla riforma del lavoro: “Noi siamo disponibili ad allungare a sei mesi il periodo di prova, ma chiediamo un contratto unico a tempo indeterminato che abolisca tutti i contratti precari”. Un’idea, insomma, piuttosto distante da quella di Renzi.

Il sindacalista non esita invece a definire “una sincera ipocrisia” l’operazione Fiat-Chrysler: “Tutti hanno lodato Marchionne ed Elkann per quest’operazione, in gran parte pagata con soldi italiani e in parte pubblici, tutti l’hanno definita come ‘la riscossa degli italiani e dell’Italia rispetto all’estero’ perché veniva costruita una multinazionale italiana, in realtà penso che sia un ulteriore passaggio per fare diventare la Fiat una filiale, seppur importante, di una grande multinazionale americana”. Per Papignani, inoltre, non ci saranno ricadute positive sugli stabilimenti italiani del gruppo.

Il segretario regionale della Fiom, infine, sostiene la necessità di un movimento che ricostruisca la sinistra nel nostro Paese. “Landini ha precisato più volte che non ha intenzione di entrare in politica e che la Fiom non è assimilabile ad un partito – ricorda Papignani – Però penso che da Bologna occorra come cittadini e come militanti cominciare a lavorare per costruire una sinistra che oggi in Italia non c’è. Ci sono tanti pezzi della sinistra, tanta delusione, tanta gente che gliel’ha data su e oggi invece c’è bisogno di un movimento che, anche partendo da basi diverse dal passato, riprenda però i valori della sinistra”.