Il lavoro della nuova assemblea regionale è partito una settimana fa con la presentazione del programma di governo da parte del Presidente Bonaccini. Il giudizio complessivo che ne dà L’Altra Emilia-Romagna è sostanzialmente negativo. Secondo il capogruppo Piergiovanni Alleva “c’è scarsa attenzione ai bisogni più importanti dei cittadini”. Quintavalla: “rafforzare spesa pubblica per il welfare”.

Il programma di governo presentato nei giorni scorsi dal Presidente della regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha incontrato critiche trasversali da parte delle opposizioni che siedono nell’assemblea legislativa. Da sinistra arriva il giudizio fortemente negativo de L’Altra Emilia-Romagna, secondo cui il programma della nuova giunta non solo non aiuterà ad uscire dalla crisi, ma per certi aspetti potrà peggiorare la situazione esistente. Il primo giudizio di valore riguarda il modello di filosofia politica di cui è espressione il programma regionale, “fortemente liberista – come afferma l’ex candidata Cristina Quintavalla – Noi intendiamo rovesciare questo modello, e contrapporre alla competitività la solidarietà e un modello non più sviluppistico ma che pensi anche ad altri valori“.

A sottolineare incongruenze e manchevolezze del piano di Bonaccini è il capogruppo regionale de L’altra Emilia-Romagna Piergiovanni Alleva, il quale – nel commentare un programma “in continuità con l’ultima parte del governo Errani” – punta il dito contro una “tendenza alla privatizzazione dei servizi e alla cementificazione del territorio, basti pensare al famoso Passante Nord”. Se sul tema del lavoro, al centro dell’agenda presentata da Bonaccini, la critica più forte riguarda la mancanza di una strategia chiara per affrontare una disoccupazione in continuo aumento, Alleva non manca di sottolineare anche una scarsa attenzione al tema del welfare, “che a livello nazionale si sta impoverendo”. “Il modello duale proposto da Bonaccini prevede una governance affidata sia al pubblico che al privato – aggiunge Quintavalla – a questo contrapponiamo il rafforzamento del potere pubblico, per quanto riguarda sanità, scuola e welfare siamo per rafforzare la spesa pubblica“.

E proprio nel rapporto difettoso con le politiche del governo Alleva punta il dito: “È un programma privo di fantasia – afferma il capogruppo – che non ha un respiro sovraregionale. Un programma regionale dovrebbe cercare di correggere gli orientamenti nazionali, riempire le lacune e porre questioni inderogabili come il reddito minimo di cittadinanza – spiega Alleva – E chiudere la stagione delle grandi opere inutili e fonte di corruzione”.

Nel rimarcare la necessità di presentare proposte innovative rispetto al piano nazionale, l’esponente in regione per L’Altra Emilia-Romagna non manca di ricordare “il problema drammatico del diritto all’abitare“, così come questioni primarie di altra natura, come il settore agroalimentare, più volte citato da Bonaccini come volano per lo sviluppo del territorio: “non c’è una sola parola nel programma di Bonaccini sul trattato transatlantico (Ttip) che distruggerà l’agroalimentare di qualità, consentendo il dilagare di prodotti d’oltreoceano”, conclude Alleva.