Il collettivo di scrittori, dopo aver scritto un testo a favore del referendum sui finanziamenti alle materne private pubblicato su Internazionale, replica al capogruppo in Regione Marco Monari. Wu Ming 4: “Il Pd ha una strana idea di sussidiarietà, la derubrica a disimpegno”. Gli scrittori ricordano che il referendum non è abrogativo, quindi non serve creare panico.

Il collettivo di scrittori Wu Ming torna ad intervenire sul tema del referendum bolognese sui finanziamenti alle materne private, che si voterà il prossimo 26 maggio. Dopo l’articolo pubblicato su Internazionale e la risposta del capogruppo regionale del Pd, Marco Monari oggi il collettivo replica avvertendo il Pd che se continua su questa linea rischia di essere complice del declino della scuola pubblica.

Ai nostri microfoni, Wu Ming 4 parte dai dati: “Quest’anno 400 bambini rischiavano di restare senza un posto nella scuola pubblica. Il Comune ha tentato soluzioni emergenziali e non strutturali, aumentando i posti nelle sezioni o creandone part time. Nonostante questo 103 bambini e bambine sono rimasti esclusi”.
Un problema che è destinato a ripresentarsi, stando ai dati elaborati dallo stesso settore statistico di Palazzo D’Accursio.
Secondo lo scrittore, questa situazione si è creata per un “deficit di lungimiranza“. Negli anni ’90, quando la crisi economica non c’era, sono state chiuse delle scuole materne e si è impostato il modello attuale, quello misto pubblico-privato. Quindi ora “c’è poco da creare il panico se c’è un referendum che è consultivo e non abrogativo”.

La domanda che si pone Wu Ming 4 e a cui tenta di dare una risposta è: perché le famiglie dei 103 bambini esclusi non hanno iscritto i figli alle paritarie private?
Le possibili risposte sono due: “Per ragioni economiche, visto che in questi tempi durissimi 2-300 euro possono fare la differenza, o perché non si condivide l’impianto educativo delle scuole private, spesso cattoliche”. Scuole che, sottolinea lo scrittore, “non sono proprio scuole per tutti”. Molto meglio, allora, puntare e rilanciare la scuola per tutti, che esiste già: quella pubblica.

La discussione attuale, secondo il collettivo di scrittori, è drogata da un’interpretazione sbagliata del concetto di sussidiarietà: “La sussidiarietà è un principio secondo cui si deve lasciare fare alle istituzioni locali quello che riescono, mentre lo Stato centrale interviene dove c’è bisogno. Quindi un principio verticale. Il problema è che qui stiamo applicando una sussidiarietà orizzontale: lasciamo terreno al privato ogni volta che il pubblico può disimpegnarsi per ridurre i costi. Ma questo genera conseguenze”.

Quanto al tentativo del Pd di ribaltare la discussione e condurre una battaglia per chiedere un maggiore intervento dello Stato nella copertura dei posti disponibili per le scuole materne, senza però promettere un superamento del finanziamento alle private, Wu Ming 4 è chiaro: “Bene chiedere un impegno dello Stato. Il referendum, che pure è locale, può aiutare però a dare un segnale politico nazionale. Se queste politiche non vanno più bene è ora di cambiare rotta”.