Il sindaco annuncia che la data per la votazione del referendum sui finanziamenti comunali alle materne private è il 26 maggio. Inascoltato l’appello nazionale per l’accorpamento di Comitato Articolo 33, sindacalisti, professori e celebrità.

Il sindaco di Bologna Virginio Merola ha annunciato che la data per votare il referendum sui finanziamenti alle materne private, promosso dal Comitato Articolo 33, è il 26 maggio.
Inascoltate, dunque, le richieste dei referendari, che chiedevano l’accorpamento con le elezioni politiche per ridurre i costi e favorire la partecipazione. A loro il sindaco si è rivolto con parole durissime, dichiarando “faziosa” la pretesa dell’accorpamento e accusando i promotori di diffondere falsità e di avere “ossessioni ideologiche”.

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A nulla è servito l’appello, firmato dai sindacalisti Maurizio Landini e Piero Bernocchi, gli attori Lella Costa e Ivano Marescotti, gli scrittori Loriano Macchiavelli e Domenico Starnone, ma anche volti noti della scienza come Margherita Hack e Carlo Flamigni, insieme a giornalisti, insegnanti, politici ed esponenti delle associazioni, per chiedere l’election day.

Appresa la notizia direttamente dall’aula del Consiglio comunale, il Comitato Articolo 33 ha preferito non commentare gli attacchi di Merola. “Non vogliamo buttarla in rissa”, osserva la portavoce Francesca De Benedetti.
Per i referendari Merola ora si dovrà assumere le sue responsabilità e gli attivisti si aspettano che il sindaco faccia svolgere la consultazione su più giornate, come avviene per le normali elezioni e come è avvenuto per il referendum sulle farmacie comunali.

Nel corso delle vacanze natalizie si è anche consumata una disputa tra due celebri giuristi, Andrea Morrone e Maria Virgilio, e il segretario generale di Palazzo D’Accursio Luca Uguccioni. I primi sostenevano che, in base alla legge l’accorpamento era possibile, il secondo sosteneva il contrario.

Le reazioni del Consiglio comunale. Nel giustificare la sua scelta sul non-accorpamento, Merola ha rivendicato il ruolo del Consiglio comunale nel decidere se modificare o meno lo statuto stesso del Comune. Una posizione che al Movimento 5 Stelle è suonata come uno scaricabarile e che ha portato il consigliere Marco Piazza a richiedere una votazione urgente sull’aggiornamento dello Statuto. L’ordine del giorno è stato bocciato da Pd e centrodestra.

Critica anche la lista Sel/Verdi. Su Facebook il consigliere Lorenzo Cipriani scrive: “La scuola pubblica, all’interno del centrosinistra, è una priorità per Sel, per altri evidentemente meno”, con chiaro riferimento al Pd. Il suo collega Mirco Pieralisi, nell’intervento di inizio seduta, sostiene che “si  sono  dimostrati  più coraggiosi i referendari nella richiesta  di  tenere la consultazione insieme alle elezioni sapendo che la
grande maggioranza dei partiti avrebbe dato indicazioni di voto contrarie a quelle dei promotori”.

La polemica travalica anche i muri di Palazzo D’Accursio per approdare in viale Aldo Moro. “È chiara la paura di perdere la consultazione da parte del sindaco, del Pd e della Curia – afferma Roberto Sconciaforni, consigliere regionale di Rifondazione Comunista – È indispensabile riattivarsi per garantire la massima affluenza anche il 26 maggio”.