Provano ad iscrivere il figlio a scuola, ma l’istituto risponde che non c’è posto e non protocolla la richiesta, in barba all’obbligo formativo. E il ragazzino bengalese rimane in mezzo alla strada. Il caso sollevato dalla Scuola di Italiano di Xm24, cui il ragazzo si è rivolto per imparare la lingua.

Ha dell’incredibile la vicenda di un ragazzino bengalese denunciata pubblicamente dalla Scuola di Italiano con Migranti (Sim) di Xm24. Il minore si trova a casa da scuola perché, al momento dell’iscrizione, ai genitori fu risposto che nell’istituto scolastico di riferimento (le scuole medie Testoni Fioravanti) e in un altro a cui la famiglia si è rivolta – entrambi nel quartiere Navile – non c’era posto. Il personale non ha nemmeno protocollato la richiesta, limitandosi ad un rifiuto verbale.

La vicenda comincia nell’aprile scorso quando i genitori tentano di iscrivere il proprio figlio alla scuola media. La richiesta di iscrizione arriva in ritardo rispetto alla scadenza del 28 febbraio per via del ricongiungimento famigliare e dell’arrivo del ragazzino in Italia. Casi come questo, o come il trasferimento da altre città, non sono infrequenti e le scuole sono tenute ad accogliere i nuovi alunni.
Ai genitori, invece, viene risposto verbalmente che le classi sono complete e la richiesta di iscrizione non viene protocollata. Stessa cosa anche in un altro istituto.
Dalla Prefettura a cui i genitori si sono rivolti, inoltre, hanno consigliato di aspettare l’inizio del nuovo anno.

A questo punto non succede più nulla fino a quando, nel novembre scorso (a scuole già iniziate da due mesi), i docenti della Sim, che il ragazzino frequenta per imparare la lingua, si rendono conto che non va a scuola la mattina.
Vengono contattati i genitori e, scoperto che non sono loro ad opporsi all’istruzione del figlio, il padre e un interlocutore italiano tornano nella scuola di pertinenza, che aveva rifiutato l’iscrizione.
Come era prevedibile, questa volta la scuola protocolla la richiesta e, anche se le classi continuano ad essere complete, l’istituto si premura di cercare un posto in altri istituti.

Sim denuncia che non è il primo caso del genere che succede. Questi episodi inducono gli attivisti a parlare di “razzismo istituzionale”.
Sempre la scuola di Xm24 punta il dito contro una “dispersione scolastica indotta dall’inefficienza del sistema scolastico” e sottolinea come in questa vicenda si siano esposti i genitori stranieri ad un’ulteriore marginalità. Non solo: per la mancata frequentazione della scuola da parte dei figli, i genitori rischiano l’attivazione dei servizi sociali o, peggio, del Tribunale dei Minori, dal momento che vige l’obbligo formativo.

Sempre dalla Sim raccontano che il ragazzino è motivato e frequenta i loro corsi di italiano con interesse, insieme a persone adulte.
In attesa che possa andare in una scuola tradizionale, insieme ai coetanei, qualcuno dovrebbe provare a spiegargli che non è una bugia quanto scritto negli articoli 3 e 34 della Costituzione, cioè che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza distinzione alcuna, che è compito della Repubblica (e non di un centro sociale) rimuovere gli ostacoli, che la scuola è aperta a tutti e che è obbligatoria e gratuita.

Le prime risposte delle istituzioni. Il presidente del Quartiere Navile Daniele Ara, pur precisando che non gli spetta la competenza per le scuole medie, ha riferito di voler incontrare gli attivisti della Sim e la famiglia domani, mentre venerdì incontrerà il preside della Scuola.