Reintegrati i 10 lavoratori licenziati dalla Procter & Gamble di Reggio Emilia ed annullate le 20 sanzioni disciplinari previste per altri dipendenti. Si tratta di una vittoria dei Si Cobas, aiutati dalla solidarietà di vari enti e centri sociali di Bologna.

I lavoratori della Procter & Gamble di Reggio Emilia possono tirare un sospiro di solievo: rientreranno tutti al lavoro. Solo qualche giorno fa i dipendenti dell’azienda avevano organizzato un picchetto contro il licenziamento di 10 lavoratori ed i provvedimenti disciplinari nei confronti di altri 20 assunti. La decisione però è stata riveduta giusto ieri dalla Procter & Gamble che ha firmato un accordo con i Si Cobas per predisporre l’immediato reintegro di tutti i dipendenti licenziati ed eliminare le sanzioni disciplinari precedentemente previste.

“Siamo molto soddisfatti – spiega Simone Carpeggiani dei Si Cobas -, è stata una vittoria dei lavoratori e di tutti quelli che ci hanno creduto. L’unica cosa: in Provincia abbiamo allontanato Cgill e Uil dal tavolo delle perché si sono comportati male e quindi abbiamo firmato l’accordo da soli”. Una vittoria, che ha portato pure all’acquisto di buoni pasto per tutti i lavoratori, ottenuta anche grazie alla solidarietà di vari enti e centri sociali di Bologna.

Da mesi all’interno dell’azienda alcuni lavoratori, come denuncia Carpeggiani, erano sottoposti a minacce e ricatti. “Chiedevano ai dipendenti iscritti con noi, nei Si Cobas, di eliminarsi dalla nostra lista e di iscriversi ad altri sindacati. Chi si rifiutava veniva minacciato di essere licenziato e di essere sostituito da altri nuovi lavoratori.” continua Carpeggiani che all’azienda ha chiesto più che altro maggior rispetto della dignità e dell’opinione dei lavoratori.

Tuttavia con le nuove normative sul lavoro questi tipi di licenziamenti per motivi politici, mascherati in sanzioni disciplinari, saranno più facili: “Tutte queste leggi però che danneggiano il lavoratore non verranno applicate finché saremo presenti, perché con forza non le faremo applicare. Siamo contro tutte questi leggi che rendono i lavoratori sempre più schiavi, costringendoli a vivere nella paura di perdere il posto di lavoro” conclue Carpeggiani.

Francesca Candioli