Vie Festival consolida la collaborazione con il Beijing PenghaoTheatre  portando in Italia una prima nazionale dal Beijing Nanluoguxiang Performing Arts Festival della regista e coreografa cinese Wang Mengfan che ha lavorato per otto mesi con un gruppo di donne nate tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso per portare in scena uno spettacolo ispirato alla comunità chiamata Dama, formata da milioni di donne cinesi di mezz’età che amano danzare in spazi pubblici come forma di ginnastica collettiva.

50/60, in scena al Teatro delle Moline fino al 16 ottobre, è fatto di gesti quotidiani, parte della memoria fisica delle sei signore in scena, coreografate, astrattizzate dalla coreografa Wang Mengfan sulle note della compositrice Tan Shuoxin. Il pubblico del piccolo teatro bolognese, all’apparire delle danzatrici/attrici, è spiazzato: sono signore comuni, come tante, con pantaloni larghi e scarpe comode e un sorriso ipnotico, che eseguono piccoli movimenti, accenni di danza, come si potrebbe vedere anche in una piazza italiana in una sera di festa.

Le performers non sono nè attrici nè danzatrici professioniste, anche se dopo otto mesi di lavoro con la coreografa hanno chiaramente raggiunto una presenza scenica notevole, capace di incantare gli spettatori e, soprattutto, le prevalenti spettatrici del teatro, con uno sguardo vivo contornato da piccole rughe di vita vissuta.

Splendide nell’esecuzione di una semplice camminata a centro palco, adorabili nell’imitare l’invito tipico alla danza in una sala da ballo, con tanto di parlottio, di chiacchiere di rito nel ballo comunitario.

Lo spettacolo è fatto di melodie a voce sola, timidamente accennate dalle singole performers che si fondono poi in uno splendido canto tradizionale prima a canone e poi nuovamente all’unisono; di gesti quotidiani resi astratti e quasi irriconoscibili: cucire, togliersi il reggiseno, massaggiarsi la fronte per la stanchezza.

Ci sono momenti di danza saltellata che si fa sempre più vorticosa coinvolgendo prima solo i piedi poi anche la parte superiore del corpo fino a un libero ed espressivo movimento delle braccia e delle mani, assai  lontano dalla gestualità occidentale che ammalia e diverte.

Le sei Dama in scena hanno vissuto il tempo della Rivoluzione Culturale del 1966 e ’67 quando il regime comunista ha usato propagandisticamente l’insegnamento delle danze popolari yangge come recupero della tradizione agricola.L’uso politico delle danze rurali modernizzate, unito alla consuetudine invalsa dagli anni ’50 di usare gli spazi pubblici per attività anche domestiche e per pratiche di esercizio fisico, ha fatto sì che ancora oggi danzare insieme in una piazza sia comune nelle città della Cina sia di giorno che di notte.

 Le rivisitazioni coreografiche delle danze collettive di Wang Mengfan ci comunicano la pura gioia del danzare insieme come momento perfettamente integrabile nella vita di qualunque donna o uomo. Varrebbe forse la pena imitare le Dama unendosi a danze dai ritmi a noi più vicini in un qualunque centro sociale della nostra città.

Prenotazione obbligatoria – ancora qualche posto disponibile per la replica del 16 ottobre viefestivalmodena.com