Dopo la settimana dedicata ai diritti civili, associazioni e realtà di Bologna sfileranno per la città. L’appuntamento è per le 14 al Cavaticcio. Festa ma soprattutto rivendicazioni politiche.

Dopo una settimana di eventi dedicati al racconto delle persone e della comunità lgbt, alla rivendicazione dei loro diritti domani per le vie del centro di Bologna sfilerà la parata Pride.

Quest’anno con due ricorrenze: i moti di Stonewall del 1969, iniziati proprio il 28 giugno e il compleanno del Cassero di Bologna, che trentuno anni fa veniva fondato.

L’appuntamento alle 14,30 al Giardino del Cavaticcio. Dopo il concentramento si partirà alle 16,30 per percorrere le vie della nostra città e non solo. Bologna non sarà l’unica città protagonista ma assieme a lei porteranno avanti la mobilitazione anche Milano, Napoli, Catania e Cagliari, unite nella rete Onda Pride. Un modo per continuare un percorso cominciato a Palermo il 22 giugno.

Aprirà i cortei nelle diverse città unoo slogan significativo di rivendicazione politica: RivoluzioniAMO. Dodici i punti del documento politico diffuso dalle associazioni. “Scendiamo nelle strade di un Paese immobile, impoverito, precario, frammentato. Non vogliamo subire impotenti e conniventi la deriva di una crisi che ci viene raccontata attraverso i numeri della finanza e della macroeconomia, ma che quotidianamente mostra i suoi sintomi nell’imbarbarimento delle relazioni sociali, nei diritti violati o addirittura negati – si legge nel documento – Per costituire uno Stato pienamente di diritto ogni persona deve essere libera di vedere riconosciuto il proprio status e la propria autodeterminazione come individuo e nelle relazioni affettive”.

Un tema, quello dei diritti civili per la comunità Lgbt, che ultimamente ha avuto maggiore risonanza nei media di casa nostra, anche solo per riflesso visti i cambiamenti avvenuti già e in corso a livello internazionale. Matrimoni civili per coppie dello stesso sesso sono una realtà in molti stati, non nel nostro nonostante la sentenza della Corte Costituzionale 138/2010 e quella della Corte di Cassazione 4184/2012.

Ma oltre al ricoscimento dei matrimoni e delle unioni civili a livello pubblico c’è tutto un sistema di diritti da riformare “in un’ottica di welfare individuale, per continuare a intentare differenti forme di relazione, reti affettive complesse e articolate, amori multiformi che lasciano spazio alla libera scelta e all’imprevisto”. Il che implica tutta una serie di tematiche, dai temi giuridici, a quelli economici, in particolare quelli che riguardano non solo le relazioni affettive ma anche quelle professionali.

Su questo Vincenzo Branà, presidente del Cassero di Bologna lancia un appello dai nostri microfoni: “La legge 164 del 1982 non permette il cambiamento dei dati anagrafici dino all’intervento ultimo di transizione sessuale. Questo comporta non solo invasive problematiche personali ma anche nel mondo del lavoro: la discrepanza tra documento e identità crea problemi nel mondo del lavoro. Ikea nel proprio codice etico ha un’attenzione ad accogliere lavoratori fragili come i lavoratori e le lavoratrici transessuali. Perché il mondo cooperativo bolognese non fa lo stesso? Sarebbe un vanto. Bisogna aprire delle brecce: per questo abbiamo rivolto un appello all’amministrazione comunale, visto che il Comune potrebbe riunire la grande distribuizione e trovare dei protocolli territoriali che possano da Bologna essere poi applicati anche in altre città”.