In questi giorni l’Italicum, la nuova legge elettore di Renzi, è approdata in Senato. Due le questioni più calde, premio di maggioranza e scelta delle preferenze, che non piacciono rispettivamente al centro-destra e alla minoranza Pd. “Si teme una legge lettorale costruita ad hoc” commenta l’analista Policastro.

Davide Policastro, analista politico, co-fondatore di Quorum e  Youtrend, spiega i due temi della legge elettorale che più fanno discutere: premio di maggioranza e preferenze. Due cambiamenti, in termini di procedure e modalità, che potrebbero turbare da una parte il centro-destra e dall’altra gli equilibri della minoranza in seno al Pd.

Dopo le modifiche alla legge elettorale di dicembre da parte di Matteo Renzi, il centro-destra non appare convinto riguardo la decisione di dare il premio di maggioranza, non più in base alla colazione, ma alla lista. “Se si va a vedere un panorama di partito – spiega l’analista Policastro -, il Pd appare il più favorito per l’ottenimento del premio visto che si attesta attorno al 30%, mentre tutti gli altri partiti stanno ben al di sotto del 20%”. Rispetto agli altri dunque il Pd sarebbe di gran lunga il partito più favorito, mentre con la logica precedente di coalizione il centro-destra, rispetto a sei mesi fa, avrebbe percentuali abbastanza prossime per ottenere il premio.

L’altra novità della legge elettore che in questo caso ha attirato l’attenzione della cosiddetta minoranza interna del Pd riguarda il tema delle preferenze, ossia la scelta dei candidati da presentare in lista. “Si vogliono, in questo caso, mettere dei capilista bloccati nei cento collegi e poi arrivare a far eleggere, eventualmente con un voto di preferenza di genere, tutti gli altri parlamentari all’interno del collegio. Così la prima coalizione che arriva sceglierebbe il suo uomo, il capolista, e poi, nel caso riesca ad eleggerne altri, potrebbe selezionare gli altri favoriti tramite il sistema delle preferenze. Ciò dovrebbe portare ad un terzo di eletti nominati dai capilista, e i restanti due terzi del Parlamento sarebbero invece eletti con il sistema delle preferenze” spiega Policastro. Quest’idea però viene contestata dalla minoranza interna del centro-sinistra che vorrebbe che il rapporto tra nominati e eletti con sistema di preferenze fosse non più di 25 a 75.

Tuttavia la riforma elettorale si inserisce in un contesto più complesso: “È una partita che si gioca su più tavoli, ed è una trattativa ancora in corso questa della legge elettorale – continua Policastro -: dalle riforme elettorali, costituzionali, alla questione dell’agibilità politica, ed ancora all’idea di una legge elettorale per il Senato”. E a tal proposito: “Sulla questione del Senato il centro-destra vorrebbe che si vada a votare la nuova legge elettorale solo dopo dicembre 2016. Questo perché c’è il timore che, una vola approvata questa legge elettore, Renzi decida di tornare alle elezioni dopo aver costruito una legge elettore molto buona per lui” conclude l’analista. E questa mattina la ministra Maria Elena Boschi ha confermato che il governo è favorevole ad una clausola di salvaguardia all’Italicum che lo faccia entrare in vigore nel 2016.

Francesca Candioli