Nelle polemiche sull’arrivo di Matteo Salvini in Piazza Verdi il 2 giugno si inseriscono i bar della piazza universitaria: “Non serviremo Salvini”. Un’iniziativa non-violenta che rievoca quanto accadde al Mottagrill di Cantagallo il 21 giugno 1973, quando il fascista Giorgio Almirante fu respinto da baristi e benzinai. ASCOLTA LA CANZONE.

Dopo il rifiuto delle librerie del centro, dove il leader leghista avrebbe voluto presentare il suo libro, un’altra iniziativa non-violenta viene organizzata per manifestare l’irritazione alle continue calate di Matteo Salvini a Bologna.
L’europarlamentare, negli ultimi mesi, si è recato nella nostra città numerose volte e, altrettante volte, è stato oggetto di contestazioni da parte di collettivi e movimenti.
Non contento della visibilità ottenuta e di aver interpretato il ruolo della vittima di contestazioni, Salvini ora vorrebbe fare il botto, tenendo un comizio il 2 giugno in Piazza Verdi, luogo simbolo della zona universitaria.

Tra gli appelli del sindaco uscente, Virginio Merola, al non cedere alle provocazioni leghiste e discussioni sull’opportunità o meno di autorizzare l’iniziativa, visti i rischi per l’ordine pubblico, si distingue l’annuncio dei baristi della piazza, che hanno già fatto sapere che non serviranno da bere al leader leghista.
Ai nostri microfoni Renato Lideo, titolare de “Le Scuderie” di piazza Verdi spiega le ragioni del rifiuto: “Anche se Salvini si è un po’ sbiancato, tutti sanno quali sono le posizioni filo-razziste della Lega. Quindi meglio di no, tutti a casa propria e questa non è casa sua”.

Lideo ricorda anche il precedente nella nostra città, quando in epoca Cofferati furono vietate, per almeno due anni, tutte le manifestazioni politiche in piazza Maggiore nel week end. “Non ero d’accordo allora, ma oggi molto più semplicemente si può dire a Salvini che c’è un elenco di piazze per tenere comizi. Che vada in piazza Maggiore con i suoi 50 sgherri da Pontida”.

In realtà, il gesto dei bar di Piazza Verdi ha un precedente storico, che ritroviamo impresso anche nella canzone del Canzoniere delle Lame intitolata “All’armi siam digiuni”.
Era il 21 giugno 1973 quando il fascista Giorgio Almirante, di ritorno da un comizio, si fermò al Mottagrill di Cantagallo. Qui baristi e benzinai si rifiutarono di servirlo, con grandi polemiche sulle pagine de “Il Resto del Carlino”.
Il giorno successivo, alcuni esponenti di Ordine Nuovo danneggiarono per rappresaglia le strutture del Mottagrill.

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