Sei sindaci chiedono un referendum sulla bretella autostradale, il prossimo assessore ai Trasporti della Giunta Metropolitana è scettico, gli agricoltori dicono no all’unisono e la Commissione Europea torna ad indagare. Il Passante Nord si trova forse al picco di minor consenso. Si abbandonerà l’idea di un progetto che non risolve i problemi di traffico e non dà certezze per la sicurezza sull’esondazioni per alcuni canali?

Il sindaco di Bologna Virginio Merola e il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi avevano usato toni trionfalistici quando, il 29 luglio scorso, hanno siglato un accordo per la realizzazione del Passante Nord, la bretella autostradale che dovrebbe essere realizzata per decongestionale il traffico nel capoluogo emiliano.
Un proposito che non ha mai trovato riscontro negli studi, ma ciò non è mai servito, almeno fino ad ora, a far cambiare idea ai sostenitori dell’opera.
Qualcosa è iniziato a cambiare ad inizio settembre 2014, quando si è appreso che il governo non aveva inserito il Passante nella lista delle priorità dello “Sblocca Italia”, ma è negli ultimi giorni che le vicessitudini potrebbero portare significative novità.

Sei sindaci della provincia bolognese, sui cui territori la bretella dovrebbe passare, hanno firmato un documento nel quale si chiede che ci sia una consultazione popolare con la quale chiedere ai cittadini cosa ne pensano. “Se un’opera viene ritenuta necessaria per il territorio metropolitano – afferma ai nostri microfoni Claudia Muzic, sindaco di Argelato che ha sottoscritto il documento – oggi più che in altri periodi è necessaria la condivisione dei cittadini”. Muzic chiarisce meglio: “Noi abbiamo espresso ad Autostrade tutte le condizioni sine qua non per la realizzazione dell’opera. Se queste condizioni, che attengono alla salute pubblica e alla sostenibilità ambientale dell’opera, non vengono accolte noi non prenderemo nemmeno in considerazione il progetto”.
Ideale capofila della cordata dei sindaci è Irene Priolo, sindaco di Calderara di Reno, che si appresta a diventare assessore a Mobilità e Trasporti nella neonata Città Metropolitana. Il fatto che Priolo abbia manifestato perplessità sull’opera non è un aspetto secondario per il ruolo che andrà a ricoprire.

Nel frattempo le organizzazioni agricole – Confagricoltura, Cia e Coldiretti – hanno manifestato all’unisono la loro contrarietà all’opera, non solo per gli effetti sugli equilibri dell’agricoltura, ma per l’impatto che il Passante potrebbe avere su tutta la filiera agroalimentare. “Questa è una cosa importantissima – sostiene Gianni Galli del Comitato per l’Alternativa al Passante Nord – perché testimonia la presa di coscienza di fette sempre più ampie della società civile”.
E proprio dagli agricoltori arrivano segnalazioni che destano preoccupazione. “Abbiamo aziende di trivellazioni che si presentano nei fondi agricoli per fare carotaggi per il Passante Nord all’insaputa dei sindaci”, racconta Galli, il quale esorta i primi cittadini a mettere in campo atti consigliari forti per non trovarsi impotenti di fronte ad un’opera decisa da altri.

Una delle novità più significative, però, viene dall’Europa. In seguito alla presentazione, da parte di associazioni come Legambiente ed Europaviva 21, di esposti su presunti inadempimenti del diritto comunitario, l’ufficio legale della Direzione generale per il Mercato interno della Commissione Europea ha chiamato a rispondere il governo proprio per  presunte incompatibilità tra l’accordo sottoscritto il 29 luglio scorso e le regole europee sugli appalti pubblici e le concessioni.
“Il problema è che i promotori del progetto insistono su una procedura di affidamento dei lavori che ha già ottenuto per due volte lo stop dell’Europa – spiega Luigi Rambelli dell’Osservatorio Europaviva 21 – Inoltre basterebbe leggere i documenti di Società Autostrade, che si diceva contraria alla realizzazione della bretella, per capire che quell’opera è inutile e dannosa, sia per l’ambiente che per la sicurezza, come ad esempio per il rischio di esondazione di alcuni canali”.

Vi è poi un ultimo aspetto, più prettamente politico. Ad inizio anno ha fatto molto scalpore la scelta di Isabella Conti, sindaco di San Lazzaro di Savena, di bloccare una colata di cemento per un nuovo insediamento urbanistico. Conti ha denunciato di aver ricevuto minacce e ben presto è diventata un simbolo contro il consumo di suolo, suscitando gli applausi di tanti colleghi, Virginio Merola in primis. “Fa sorridere – commenta Galli – che Merola sostenga la Conti contro il consumo di suolo, quando lui porta avanti a spada tratta il Passante Nord. Occorre che dall’enunciazione di propositi si passi ai fatti, dal momento che gli strumenti urbanistici dei Comuni prevedono tantissime urbanizzazioni“.
“In realtà, in assenza di un progetto esecutivo – fa eco Rambelli – il ragionamento attorno al Passante Nord è tutto di tipo immobiliare”.