42 anni fa, il 2 novembre 1975, veniva ucciso Pier Paolo Pasolini. La morte fu derubricata a delitto passionale, ma per Paolo Bolognesi e Andrea Speranzoni, autori di “Pasolini. Un omicidio politico”, la verità è un’altra. L’intellettuale fu schedato dai servizi segreti perché indagava sulla strage di Piazza Fontana. Gli autori da tempo chiedono una commissione d’inchiesta.

Le ombre sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini

L’uccisione di Pier Paolo Pasolini non fu un delitto passionale, come ha sempre voluto far credere la narrazione ufficiale, ma fu un omicidio politico.
A sostenerlo, a 42 anni dalla morte dell’intellettuale, scrittore e regista, è un libro firmato a quattro mani dal deputato Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione famigliari delle vittime della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, e dall’avvocato Andrea Speranzoni, presidente del Comitato bolognese per la verità sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini.
Pasolini. Un omicidio politico. Viaggio tra l’apocalisse di Piazza Fontana e la notte del 2 novembre 1975” è il titolo del libro, edito da Castelvecchi.

Forte delle testimonianze raccolte nell’ultima inchiesta della Procura di Roma, il libro ipotizza che l’omicidio di Pasolini non fu opera di Giuseppe Pelosi, ma di altre sei o sette persone, mosse da motivi strettamente politici.
In particolare, sarebbero le ricerche e le indagini dell’intellettuale sulla strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969, oggetto di diversi articoli e possibile tema del romanzo incompiuto “Petrolio”, a infastidire qualcuno al punto dal volere la morte dello stesso Pasolini.

Per il suo lavoro, del resto, Pasolini fu schedato dal Sid, il servizio segreto dell’epoca. Le ricerche sulla strage portano poi al documentario “12 dicembre” e a un carteggio tra Pasolini e Giovanni Ventura, poi riconosciuto come uno dei responsabili della strage.
“Oltre a queste fonti – osserva Speranzoni – Pasolini stava lavorando anche alla ricerca di fonti sulla criminalità romana, che in quel passaggio storico, di lì a qualche anno, avrebbe creato la nota banda della Magliana”.

Il prossimo 2 novembre, nel 42° anniversario della morte di Pasolini, Speranzoni sarà a Roma, alla Camera dei Deputati, per cercare di non far calare il sipario su quella vicenda.
Da tempo, infatti, Speranzoni e Bolognesi (quest’ultimo primo firmatario di una proposta di legge in materia) chiedono di istituire una commissione d’inchiesta che cerchi di fugare ogni ombra e giunga alla verità sull’omicidio di Pasolini.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANDREA SPERANZONI: