Il Parmigiano Reggiano rappresenta una delle produzioni artigianali più importanti del nostro agroalimentare. Tra produzioni straniere e utilizzo improprio dell’Italian Sounding la Coldiretti lancia l’allarme sulla protezione delle nostre produzioni di qualità.

Proprio mentre sono in corso i negoziati commerciali tra Stati Uniti e Ue, per discutere del divieto di vendita in territorio americano di prodotti che utilizzano marchi che si richiamano a prodotti europei, la Coldiretti pone l’accento sui rischi che corre il Parmigiano Reggiano.

Il “re dei formaggi” subisce nel mondo la concorrenza sleale di prodotti che ne richiamano il nome, dal Parmesan al Parmesao, che altro non sono che similgrana, ma che erodono fette di mercato internazionale. Il Parmigiano è una produzione di nicchia, prodotta in un territorio molto limitato. Eppure risalgono a qualche giorno fa le dichiarazioni di un industriale italiano, che produce Parmesan in Wisconsin (USA), che sostiene che il suo prodotto sia identico al Parmigiano.

Per storia, per tipicità, la trasformazione del Parmigiano Reggiano è sempre stata legata alla filiera che va dall’agricoltore alla distribuzione,ed è sempre stata molto legata al territorio. E’ impossibile staccare questo formaggio dal suo territorio.

“Negli ultimi anni purtroppo c’è stata un’inversione di tendenza. E’ stato un prodotto d’interesse del mondo agroindustriale, le cooperative sono andate in difficoltà e si sono inseriti gli industriali ad acquistare le latterie e le cooperative che trasformavano. In sintesi, sempre più si è delegata la commercializzazione del Parmigiano Reggiano ad un mondo che certamente non è quello agricolo. Per la filiera corta e per tutto quello che sosteniamo da sempre questo costituisce una forte preoccupazione.” afferma Marino Zani, Presidente di Coldiretti Reggio Emilia.

“Un’importante azienda del territorio reggiano- continua Zani- è stata ceduta ad un fondo d’investimento londinese, il che produce un allontanamento della commercializzazione dai nostri territori. Questo lo denunciamo con forza, perchè crediamo opportuna, come strategia per il futuro, che il mondo agricolo sia padrone della propria azienda, ma sia anche produttore, trasformatore e faccia sempre più parte della filiera di distribuzione e commercializzazione.”

Da qui l’esortazione di Zani al mondo della cooperative “a riprendere le redini che una volta avevano del mondo agricolo”.

Il rischio è che una produzione industriale  porti alla standardizzazione del formaggio, eliminandone l’artigianalità. Il Parmigiano Reggiano, è questa la preoccupazione della Coldiretti, non deve fare la fine dell’olio d’oliva.