In mattinata, una delegazione parlamentare, insieme al garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Bologna e all’assessore ai servizi sociali Amelia Frascaroli, si è recata nel centro di identificazione ed espulsione di Bologna. La situazione è stata definita inaccettabile e lesiva della dignità delle persone. “Il Cie è un’istituzione incapace di assolvere alla sua funzione” sostiene la senatrice Ghedini, “le condizioni sono visibilmente peggiorate e ormai incompatibili con una gestione che garantisca i diritti umani”.

Erano visibilmente scosse le rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali, questa mattina all’uscita dal centro di identificazione ed espulsione di Bologna. Una visita, durata quasi due ore, che ha mostrato tutte le criticità del centro di via Mattei. “E’ una situazione inaccettabile che non rispetta la dignità delle persone. Bisogna porre in essere da subito tutti gli interventi che ristabiliscano le condizioni minime di vivibilità per i soggetti trattenuti” ha accusato Elisabetta Laganà. “Capita spesso” ha continuato “che gli immigrati perdano il permesso di soggiorno durante un periodo detentivo e si ritrovino così, trattenuti in questo centro”. “E’ auspicabile” ha concluso il garante “che si implementi, in collaborazione con il Comune, una forma di tutela giuridica per quanti sono qui trattenuti”.

“Siamo preoccupatissime: un degrado così non l’avevamo mai visto” ha dichiarato la deputata PD Sandra Zampa. “Ci sono situazioni drammatiche ed emblematiche, da una donna rinchiusa da nove mesi cui sono stati sottratti i figli, a un uomo che ha perso il permesso di soggiorno dopo aver passato tre anni in carcere” ha raccontato la parlamentare democratica, concludendo poi con l’intenzione di richiedere un incontro urgente con prefetto e questore.

“Le condizioni sono visibilmente peggiorate negli ultimi 6 mesi e sono ormai incompatibili con la garanzia dei diritti umani” ha detto la senatrice Rita Ghedini, sottolineando, inoltre, i problemi legati al cambio della ditta appaltatrice, che già aveva suscitato molte perplessità, per la prospettata riduzione di risorse. “Il problema è cronico. Il circuito tra carcere e Cie non si riesce a spezzare. Questo è il segno più evidente dell’inutilità della struttura. Si tratta di un circuito alienante e peggiorativo della sicurezza della comunità” ha affermato la senatrice del PD.

Francesco Ditaranto