“Bologna ha un problema ed è il gruppo dirigente del Partito Democratico”. L’ormai ex-assessore Alberto Ronchi, licenziato pochi giorni fa, sfoga la sua rabbia sull’ala renziana del Pd, che vuole condizionare il sindaco e non rispettarne l’autonomia. “Si è aperto uno spazio per un soggetto politico che vinca e li mandi a casa”.

Alberto Ronchi contro il PD

Il gruppo dirigente del Partito Democratico è una disgrazia per questa città“. Non una perifrasi, Alberto Ronchi, nel descrivere la situazione politica di Bologna oggi. Dopo il suo licenziamento da parte del sindaco Virginio Merola in seguito alla questione Atlantide, l’ex assessore ha colto l’occasione per sottolineare come sia ancora legato al primo cittadino, verso il quale nutre ancora stima, ma anche per fare una fotografia di ciò che sta accandendo in vista delle elezioni del 2016.

C’è una parte del Partito Democratico che, da questa estate, ha cominciato ad andare contro il proprio sindaco – osserva Ronchi – e tutto ciò solo per una questione di posti, perché vogliono la loro gente al comando e non tollerano che Merola abbia autonomia”. L’ex assessore fa anche nomi e cognomi, indicando in Giuseppe Paruolo, consigliere regionale cattolico e renziano, una delle figure chiave di questa operazione.
“Persone che in commissione, sulla questione dei diritti, hanno la stessa posizione della Lega – continua – e che non hanno votato parti consistenti del bilancio”.

Perciò, secondo Ronchi, non ci sono più le condizioni per un’alleanza col Partito Democratico in vista delle amministrative della prossima primavera. Proprio per questo, allora, si apre la strada per la creazione di un soggetto politico che si candidi a governare la città. “Se si partecipa lo si fa per governare, non per dare fastidio – sottolinea – E questa volta, finalmente, c’è la possibilità di farcela e di mandare a casa questa gente”.
Su quali possono essere i compagni di strada, la Coalizione Civica piuttosto che i civatiani piutto che Sel, Ronchi ancora non si sbilancia. “Bisogna che ci siano le condizioni, che si presenti un progetto per la città e non si imposti la campagna elettorale contro, magari Renzi, di cui non me ne frega nulla”.