Il sindaco Virginio Merola firma l’ordinanza che dispone il riallaccio alla rete idrica nello stabile di via Mario De’ Maria occupato da Social Log. I tecnici Hera sono al lavoro già dalle prime ore di questa mattina.

Un altro corpo inferto al “famigerato, scellerato e infame articolo 5” del Piano Casa voluto dall’ex ministro Lupi. Con un’ordinanza di freschissima firma del primo cittadino Virginio Merola, è stato deciso che nello stabile occupato più di un anno fa da Social Log in via De’ Maria l’acqua deve tornare a scorrere dai rubinetti. “Per la prima volta – commenta Fulvio di Social Logla giunta della nostra città, come ente locale si pone in esplicita controtendenza e riconosce il problema socio-sanitario provocato dall’articolo 5“.

La palazzina occupata – in cui risiedono, come racconta Fulvio, “più di 70 persone, tra cui tantissimi minori, alcuni disabili e in cui sono nati cinque bambini, l’ultimo poco tempo fa” – era stata privata dell’acqua corrente lo scorso novembre. In questi mesi, inquiline e inquilini occupanti hanno cercato di gestire la mancanza di acqua come hanno potuto e Palazzo D’Accursio li ha in parte aiutati fornendo loro acqua tramite cisterne distribuite dal personale Hera.
Il taglio dell’acqua ha costituito la diretta e naturale conseguenza di un articolo 5, quello del Piano Casa, che in fase di piena operatività priva gli occupanti del diritto alle utenze, tra cui quella al servizio idrico.

Già il 24 febbraio il ministero dell’Interno aveva diffuso alle prefetture una circolare in cui si chiedeva di mitigare, in qualche modo, gli effetti di un’altra previsione del Piano Casa, quella che nega il diritto di residenza agli occupanti. A Milano e Padova la circolare è sta già resa operativa, mentre a Bologna un tavolo tecnico sulla questione è convocato per domani. “Non avere una residenza priva di qualsiasi diritto e possibilità di accesso al welfare – continua Fulvio – quella circolare di fatto registra che le istituzioni stesse si sono rese conto di che disastro hanno combinato”. Bene, ma non è sufficiente “A noi non basta, non ci interessa, c’è la necessità che la residenza venga data nel luogo in cui si vive”  perchè “una residenza fittizia non permette l’accesso pieno al welfare”.

Dopo la circolare, con l’ordinanza del sindaco bolognese – che come tutti i suoi oltre ottomila colleghi in Italia, è resposabile della salute pubblica della propria città – il Piano Casa e il suo articolo 5 vengono di nuovo sconfessati.
A rendere manifesti gli effetti del Piano di paternità dell’ex ministro Maurizio Lupi ci hanno pensato, in questi mesi, le realtà di lotta e movimento per il diritto all’abitare. Oggi che le previsioni del Piano maturano forti contraddizioni anche sul piano della compatibilità legale e giuridica con altre fonti di diritto, a crollare non pare solo “un pezzo dell’articolo 5”, ma tutto l’impianto del Piano Casa.