Presidio dei Draghi Ribelli sotto il Consiglio comunale. L’assessore Frascaroli scende a parlare coi manifestanti: “Il Comune può trovare uno spazio se le diverse realtà del movimento si mettono insieme”.

Da una parte i Draghi Ribelli che hanno occupato l’ex mercato di via Clavature. Dall’altra i ragazzi di Santa Insolvenza che hanno occupato l’ex cinema Arcobaleno. I punti in comune sono l’indignazione per le politiche anti-crisi, il quartiere dove si trovano i due spazi occupati (distano nemmeno 100 metri uno dall’altro) e le ordinanze di sgombero firmate dal sindaco Virginio Merola. Le differenze stanno nell’appartenenza, nelle piattaforme e nelle modalità di fare politica.

Unire le due diverse istanze. È questa la condizione che il Comune ha posto per avviare un dialogo con il movimento e trovare uno spazio. O almeno questa è la proposta dell’assessore al Welfare Amelia Frascaroli, che ieri pomeriggio ha incontrato i ragazzi di via Clavature che stavano tenendo un sit-in durante lo svolgimento del Consiglio comunale.
Nessuna certezza di scongiurare lo sgombero, anche se la Frascaroli si è mostrata conciliante ed ha proposto di individuare una struttura per assemblee pubbliche per tutta la città.
Toni un po’ più minacciosi, invece, da parte del sindaco Virginio Merola, che ieri ha ribadito la sua contrarietà alle modalità adottate dagli occupanti: “Se si finisce sui giornali perché si occupa, si sappia che si finisce sui giornali anche perché si viene sgomberati”.

I Draghi Ribelli, dal canto loro, sembrano aver apprezzato la disponibilità dell’assessore Frascaroli e hanno ribadito che lo spazio di via Clavature non è un fortino e sono disponibili a studiare insieme una soluzione.
Quanto alla possibilità di unirsi ai ragazzi di Santa Insolvenza, gli attivisti vicini a Tpo, Sadir e Panenka sembrano più scettici: “L’eterogeneità è espressione di questa città. Una soluzione che metta tutti nelle condizioni di fare politica secondo le proprie modalità è una cosa necessaria. Non c’è bisogno di fare una sintesi tra cose che probabilmente non hanno motivo di stare insieme”.