Il governo tira dritto sul nuovo sistema di calcolo Isee (l’Indicatore della situazione economica equivalente): dopo tre pronunce del Tar, che hanno accolto i ricorsi di diverse associazioni dei disabili, l’esecutivo si rivolgerà al Consiglio di Stato.

Sul nuovo Isee il governo getta la maschera. E, attraverso le parole del sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, ammette che “le misure agevolative in favore dei soggetti disabili e delle loro famiglie” dovranno tenere conto “degli effetti negativi sui saldi di finanza pubblica“. In altre parole, c’è bisogno di far cassa. Ed è per questa ragione che il governo ricorrerà al Consiglio di Stato contro il Tar sul nuovo Isee: il Tribunale amministrativo regionale del Lazio – attraverso tre diverse pronunce – ha accolto i ricorsi delle associazioni dei portatori di handicap stabilendo che i supporti assistenziali erogati dallo Stato non possono essere conteggiati nel reddito.

“Questo nuovo Isee – dice ai nostri microfoni Chiara Bonanno, di Stop al nuovo Isee – come abbiamo sempre denunciato è nato per tagliare i servizi di supporto alle persone con disabilità perché avevano bisogno di far cassa“. Il nuovo Isee è entrato in vigore a inizio 2015, introducendo un nuovo sistema di calcolo che, nelle intenzioni e negli slogan del governo, avrebbe permesso di individuare i falsi poveri e di sostenere maggiormente le persone con disabilità gravi. Tuttavia, “queste sentenze hanno dimostrato che questi falsi poveri non sono altro che disabili molto gravi”, sottolinea Bonanno. E questo perché ogni contributo assistenziale, come pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento, devono essere considerati e conteggiati nel reddito.

“Il Tar del Lazio ha chiarito che questi supporti dati a titolo risarcitorio e compensatorio non possono essere considerati incrementi reddituali – rimarca Bonanno – Ma non ci sarebbe mai dovuto essere bisogno di adire vie legali e costringere migliaia di famiglie a fare questo percorso giudiziario”. Ora, nonostante il Tar abbia fatto chiarezza, il governo intende fare appello al Consiglio di Stato, chiedendo la sospensiva dell’esecutività delle sentenze. “La loro carneficina sociale va avanti – dichiara ancora Bonanno, che poi racconta la sua condizione – Sono in una situazione di grave indigenza, con un figlio gravissimo costretto a letto con una disabilità multipla, riceve due indennità. Una cifra che non mi aiuta ad arrivare neanche a metà mese, tra assistenza e medicine. Nonostante questo ora mio figlio sarà considerato falso povero“.

“Andremo avanti, siamo convinti di ottenere giustizia anche in Consiglio di Stato, ma disposti anche ad arrivare oltre” è il messaggio che si legge sul blog di Stop al nuovo Isee, di cui Chiara Bonanno è coordinatrice: “Questa mannaia cade sui supporti domiciliari, mentre invece i supporti che riguardano l’allontanamento in istituti ghettizzanti non li tagliano mai – conclude amaramente Bonanno – È chiara l’intenzione del governo di istituzionalizzare in massa le persone con disabilità“.