L’inchiesta “Mafia Capitale” ha scoperchiato le connessioni di una parte del mondo cooperativo con la criminalità organizzata e i vertici della cooperazione hanno laciato “grida di dolore”. Per essere conseguenti, il Comitato No People Mover chiede di allontanare Piero Collina, presidente del Ccc, inquisito nell’inchiesta Civis e in quella People Mover per evitare che “le zone di grigio diventino nere”.

Il presidente della Granarolo Luciano Sita afferma che i controlli sono assenti e che non servono alibi ma una nuova etica; il neopresidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha detto che per i delinquenti nelle coop servirebbe il diserbante; il presidente di Coop Adriatica, Adriano Turrini, chiede tolleranza zero. Sono queste le dichiarazioni fatte dal mondo della cooperazione e da quello della politica all’indomani dell’inchiesta “Mafia Capitale“, che ha messo in evidenza le connessioni tra una parte del mondo cooperativo con la criminalità organizzata.

A raccogliere queste “grida di dolore” è il Comitato No People Mover, che indica al mondo cooperativo un primo passo nella direzione della pulizia e della chiarezza. In particolare, i No People Mover chiedono di allontanare Piero Collina, presidente del Consorzio Cooperative Costruzioni, che risulta inquisito in procedimenti giudiziari sia sul Civis che sul People Mover.
“Se non si affrontano subito le aree grigie queste si allargano fino a diventare nere, come a Roma”, scrivono i No People Mover, che lanciano dunque un appello per evitare che sia troppo tardi.

“Mafia Capitale ha solo scoperchiato e messo all’evidenza anche dei più ingenui quella che è stata una tragica modifica genetica di parte del movimento cooperativo – si legge nella nota – dal mutualismo delle origini all’affarismo recente sconfinato nella criminalità. Non ne siamo affatto contenti. Pensiamo che sarebbe meglio affrontare il nodo di come si possa conciliare il cooperativismo con strutture aziendali liberiste di migliaia di dipendenti ipocritamente definiti soci”.

Proprio per questo, i No People Mover invitano il mondo cooperativo ad essere conseguente alle dichiarazioni fatte dai propri vertici e a “far fare un passo indietro” a chi già è inquisito.
“Sarà la magistratura a stabilire poi eventuali responsabilità – precisa ai nostri microfoni Vanni Pancaldi, portavoce del comitato – Intanto occorre fare chiarezza per evitare un domani di dire ‘ve l’avevamo detto’, cosa che francamente non ci interessa”.