In contemporanea in diverse città italiane, tra cui Bologna, il movimento Non Una Di Meno ha presentato #abbiamounPiano, il Piano Femminista contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere, strutturato in 9 capitoli e frutto di un anno di lavoro e decine di incontri in 70 città. Sabato 25 manifestazione nazionale a Roma in occasione della Giornata mondiale contro la violenza alle donne. Il 26 assemblea.

5 assemblee nazionali, 9 tavoli tematici, decine di incontri in 70 città italiane. Sono solo alcuni numeri del lavoro svolto da Non Una Di Meno, il movimento femminista nato l’anno scorso su chiamata delle donne argentine, ma che presto si è diffuso in molti Paesi del mondo.
Ieri, in contemporanea in diverse città italiane, tra cui Bologna, Non Una di Meno ha presentato #abbiamounPiano, il Piano Femminista contro la violenza di maschile sulle donne e la violenza di genere (scaricabile qui), un lungo documento con cui donne e soggettività lgbtq indicano la strada da seguire per il contrasto alla violenza patriarcale, strettamente connessa col neoliberismo.

Sono nove i capitoli in cui è suddiviso il piano, uno per ogni ambito della vita in cui si manifesta la violenza patriarcale: dal lavoro alla salute, dall’educazione alla narrazione mediatica, dalla giustizia alle migrazioni, dai percorsi per uscire dalla violenza all’ambiente, fino all’autocritica sulle discriminazioni e la violenza all’interno dei movimenti.
Un lavoro completo, dal basso e collettivo, che ha saputo produrre una sintesi anche tra posizioni e sensibilità molto distanti e, proprio per queste caratteristiche, rappresenta un modello che dovrebbe fare scuola.

Sabato prossimo, 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Non Una Di Meno darà vita ad una manifestazione nazionale a Roma, dove brandirà il piano e lo agiterà come arma e strumento per le lotte quotidiane.
“Non è un elenco di lamentele – spiegano coloro che lo hanno scritto – ma un documento che vuole produrre un cambiamento, a partire da noi e da tutte e tutti coloro che sono immerse in questa cultura e che vogliono liberarsene”.

Il giorno successivo, domenica 26 novembre, sempre a Roma si terrà una nuova assemblea nazionale, in cui attiviste e attivisti decideranno come iniziare a comunicare i contenuti del piano e come muoversi per far sì che venga attuato.
In particolare, dagli interventi registratisi anche in sede di presentazione, è apparso evidente il perimetro in cui il movimento si muove: il dialogo e il rapporto con le istituzioni c’è e va cercato, ma occorre scongiurare il rischio di istituzionalizzazione, che rischierebbe di suonare come una normalizzazione e che in materie peculiari, come i centri antiviolenza, può creare addirittura danni.

ASCOLTA LA PRESENTAZIONE DEL PIANO DI RENATO BUSARELLO: