I giudici smentiscono l’assioma della Procura di Torino: Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, i quattro attivisti No Tav accusati di terrorismo, sono stati assolti perché “il fatto non sussiste”. Condannati a 3,5 anni, invece, per danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di armi.

Assolti dall’accusa di terrorismo i quattro attivisti No Tav protagonisti dell’assalto al cantiere di Chiomonte del maggio del 2013. La Corte d’Assise di Torino ha smentito le accuse sostenute dai pm Padalino e Rinaudo, che avevano chiesto 9 anni e mezzo per i 4 attivisti a cui erano state addebitate le finalità terroristiche. La Corte ha sentenziato che “il fatto non sussiste“, negando le finalità eversive dell’assalto al cantiere. I 4 imputati sono stati condannati a 3 anni e mezzo per detenzione di armi da guerra, danneggiamento e violenza a pubblico ufficiale, ma potrebbero tornare a casa entro Natale.

Erano in carcere da più di un anno i 4 attivisti No Tav che nella notte tra il 13 e il 14 maggio del 2013 sono stati protagonisti dell’assalto al cantiere di Chiomonte in cui è stato incendiato un compressore. Per i fatti di quella notte Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò sono stati accusati di terrorismo e la procura aveva chiesto una pena di nove anni e mezzo di carcere.

Il teorema della procura – le accuse di terrorismo – si è per gran parte giocata sull’intenzione dei 4 No Tav di procurare danni a persone, oltre che a cose. Nella notte dell’assalto, infatti, al cantiere di Chiomonte erano presenti alcuni operai dell’alta velocità.

Il teorema, però, aveva già ricevuto una prima bocciatura da parte della Corte di Cassazione, che il 27 giugno di quest’anno ha motivato la propria decisione spiegando che “La connotazione terroristica dell’assalto di Chiomonte non può essere efficacemente contestata in base alla generica denuncia di una sproporzione di scala tra i modesti danni materiali provocati e il macroevento di rischio cui la legge condiziona la nozione di terrorismo”. Insomma, i danni provocati non hanno niente a che fare nè con i metodi nè con le finalità di una condotta terroristica.

I 4 attivisti hanno sempre rivendicato la paternità dell’assalto, rifiutando però le accuse di terrorismo. Con la sentenza di oggi potrebbero aprirsi spiragli importanti per la scarcerazione di altri 3 attivisti No Tav in carcere dall’11 luglio, anche loro accusati di terrorismo.

Alessandro Albana