Anaao-Assomed, associazione dei medici dirigenti, proclama una giornata di mobilitazione contro i tagli alla sanità della spending review. Sabato protesta a Roma

34,9 miliardi in meno per la sanità in quattro anni. Dal 2012 al 2015 la mannaia dei tagli contenuta nel ddl di stabilità rischia di mettere a repentaglio il servizio sanitario nazionale, incidendo sui Lea, i  livelli essenziali di assistenza.”Ad invarianza di risultati” si leggeva nella spending review, ma è evidente che si tratta di mistificazioni ragioneristiche avvertono le associazioni dei medici italiani. Il 27 ottobre medici, dirigenti, tecnici e amministrativi saranno a Roma per manifestare contro una legge iniqua, che colpisce le fasce sociali più deboli, quelle che fino ad ora avevano fatto affidamento sul welfare pubblico. Uno dei sistemi migliori d’Europa, il fiore all’occhiello dell’Italia secondo Oms rischia di essere smantellato per ragioni di cassa.

Proprio la linearità dei tagli, incapace di colpire laddove si annidano sprechi e inefficienze è nel mirino delle organizzazioni sindacali. Con il decreto Balduzzi si prevedono razionalizzazioni e riorganizzazioni per tutte le Regioni, senza individuare le criticità del sistema. Con la calcolatrice alla mano si è deciso il taglio delle 10% sul costo delle forniture e il blocco quasi totale del turn-over del personale, un nuovo assunto ogni 5% uscite. Sforbiciate senza logica che colpiscono proprio le regioni virtuose come Emilia-Romagna, Toscana o Veneto che negli scorsi anni avevano già compresso al massimo i costi del sistema. “Ormai non rimane nulla da tagliare afferma Claudio Aurigemma, segretario generale Anaao – se si va avanti si sceglie di compromettere definitivamente la sanità pubblica. Dimentichiamoci le prestazioni così come le abbiamo conosciute finora.” Tempi di attesa ulteriormente dilatati con il blocco delle assunzioni, posti letti mancanti in una Regione, la nostra, che già da tempo aveva chiuso i piccoli ospedali, Medicina, Formigine e Savignano fra gli altri.

“Tre aziendalizzazioni nel segno del taglio dei costi sono già state compiute negli anni scorsi – prosegue Aurigemma – e molte delle misure previste dal decreto Balduzzi sono già a regime, in sostanza i costi attuali sono incomprimibili.” Dalla centrale unica di acquisto del materiale sanitario all’accorpamento delle Asl la quadra per l’efficienza è già stata trovata.” “Le gare d’asta per l’acquisto di attrezzature ospedaliere – afferma Maria Parmeggiani, dello Snami – avvengono già al massimo ribasso. Le multinazionali del biomedicale presenti sul territorio non accetteranno un ulteriore sconto del 10%. A chi dovremmo rivolgerci? Alla bassa qualità.” “Per l’azienda ospedaliera di Reggio Emilia, a regime l’attuale legge – spiega Claudio Cordella, segretario generale Cimo  –  il deficit passerà dagli attuali 1,5 mln  a quello stimato di 11 mln. Moltiplicatelo per tutte le province e si comprende l’entità del danno per i cittadini.”

Su di un punto, almeno a livello regionale, si concorda con il governo Monti. L’internalizzazione delle coperture assicurative, dato l’importo delle franchigie e l’impennata delle polizze degli ultimi anni , consentirà risparmi notevoli per il sistema. Un fondo ad hoc, con la gestione dei contenziosi in capo alle Asl, in cui proprio la nostra Regione aveva fatto da apripista.

Al di là dei singoli articoli rimangono i tagli, tanto più deleteri perché indiscriminati, incapaci di intervenire laddove la malagestione esiste, nelle lacune legislative che hanno permesso l’alimentarsi dell’illecito, nell’abbraccio fra cattiva politica e cattiva gestione. E se qualche corporativismo nell’ordine dei medici resiste, come il rifiuto dell’equiparazione per medici dirigenti ai dipendenti statali in tema di pensionamento o il limite d’età per gli incarichi, l’impianto generale della legge lo fa passare in secondo piano. Speriamo che dopo la manifestazione non siano, come troppo spesso accade, gli unici punti ad essere dichiarati incostituzionali.

Angelica Erta