Scioperi e proteste nei magazzini di Zara, la multinazionale spagnola dell’abbigliamento, per il mancato rispetto dei diritti e per le irregolarità delle cooperative che gestiscono gli appalti. La proprietà se ne lava le mani. Domani un tavolo al Ministero. La Cgil Emilia Romagna: “O Zara si assume le responsabilità del committente, o riprenderanno le mobilitazioni”.

Cgil a muso duro contro Zara

Scioperi, picchetti e rifornimenti a rilento. In molti stabilimenti italiani di Zara, la multinazionale spagnola dell’abbigliamento, è in corso una mobilitazione di lavoratrici e lavoratori per le irregolarità registrate nelle cooperative che gestiscono le merci in appalto.
La Cgil ha proclamato 60 ore di sciopero incrementabili e il tema è diventato oggetto anche di un’interrogazione all’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna, presentata dai consiglieri della sinistra Silvia Prodi, Igor Taruffi e Yuri Torri.

L’agitazione indetta da Filcams e Filt Cgil riguarda una vertenza che coinvolge diversi siti lungo lo Stivale. In Emilia Romagna, tra le irregolarità, si registrano cedolini a cui mancano totalmente il pagamento delle ore di straordinario e il pagamento di alcune ore di lavoro, vengono liquidate mese per mese le ferie non godute, pratica vietata dalla legge, e in tanti casi manca la consegna fisica del cedolino paga. Un vero e proprio sistema finalizzato alla riduzione del costo del lavoro a danno dei lavoratori.

I problemi riguardano in particolare i magazzini di tre regioni: Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. In quest’ultima regione, in particolare, si è registrato anche un fatto molto grave: vigilantes privati assoldati per sedare con la violenza, anche attraverso i taser, le proteste dei lavoratori .

Lungo la via Emilia i problemi si accavallano. A Reggio Emilia 123 lavoratori delle cooperative in appalto nei magazzini di Zara continuano a scioperare. Situazione simile anche a Bologna, mentre a Rimini e Riccione i lavoratori della logistica hanno scioperato lamentando buste paga irregolari e arretrati non versati da parte delle coop appaltatrici.
La Cgil ha presentato anche un esposto per denunciare la situazione, ma finora la proprietà ha rifiutato di assumersi le responsabilità, scaricando la colpa sulle cooperative in appalto. Eppure, la legge chiama in causa il committente per la responsabilità solidale.

Domani si terrà un tavolo nazionale al Ministero. “Se l’azienda non si impegnerà a risolvere la questione e ripristinare il rispetto dei diritti dei lavoratori – afferma ai nostri microfoni Antonio Mattioli della Cgil dell’Emilia Romagna – riprenderanno gli scioperi e le iniziative di lotta”.

ASCOLTA L’INTERVISTA AD ANTONIO MATTIOLI: